Wo

Cinema Godard - Fondazione Prada
Largo Isarco 2, 20139 Milano

Wann

Sonntag 16 Juni 2024
H 20:45

Wie viel

€ 7,50/6

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Da Hammamet si imbocca la RN1, la strada più vicina alla costa. A sinistra i casolari abbandonati scorrono fuori dal finestrino, a destra c’è qualche capannone e un bar con le saracinesche abbassate. In alto l’insegna grande della Coca Cola, un tocco di capitalismo che stride nella periferia di una città tunisina, lontana dal centro turistico.
Si svolta sulla Rl812 verso Hergla, situata su una scogliera dalla quale si può vedere il mare. Alcuni bambini si rincorrono su un tratto di strada non asfaltata. Al posto delle scarpe indossano delle ciabatte bucate.
Pochi chilometri ancora e si raggiunge Sousse, centro nevralgico del turismo tunisino, con negozi, locali alla moda e grandi alberghi. Si vede anche l’hotel Imperial, macchiato dalla “spiaggia di sangue”, l’attentato del 26 giugno 2015, rivendicato dallo Stato Islamico, in cui vennero uccise 38 persone. Da questa città provengono le protagoniste di Four Daughters, il film sperimentale della regista Kaouther Ben Hania, tratto dalla storia vera di Olfa Hamrouni – una donna tunisina di umili origini – e le sue quattro figlie.

È il 2014 quando Ghofran e sua sorella Rahma allora di 16 e 15 anni – scappano di casa per unirsi allo Stato Islamico in Libia. La vicenda diviene presto famosa in tutta la Tunisia, la madre Olfa si reca in numerosi talk show televisivi e programmi radiofonici per raccontare che cosa è successo e per chiedere alle autorità del Paese di riportare in patria le sue figlie. Ben Hania sente la storia di Olfa alla radio, sa che la sua non è una vicenda isolata. Dopo la Rivoluzione dei Gelsomini – che scosse il Paese tra il 2010 e il 2011, portando alla deposizione del presidente Zine El-Abidine Ben Ali – circa 6mila tunisini si sono uniti a gruppi militanti, tra cui l’ISIS e il fronte al-Nusra affiliato ad al-Qaeda, in Siria, Iraq e Libia. Tra queste persone, più di 700 sono donne. Non si uniscono allo Stato Islamico solo per diventare le mogli dei combattenti, ma per divenire loro stesse soldatesse e martiri. Alcune si radicalizzano da sole, altre con i mariti, Rahma ha seguito sua sorella Ghofran. La propaganda diffusa verso le donne parla di sorellanza, di appartenenza, di realizzazione spirituale.

Ben Hania decide di contattare Olfa e di realizzare un documentario solo con lei e le sue figlie minori, Eya e Tayssir. Olfa si è trasferita a Tunisi, per proteggere le sue ragazze e per nascondersi dal giudizio dei suoi conoscenti. Aya, 13 anni, è depressa, ha tentato il suicidio più volte. Tayssir, la più piccola, racconta in un’intervista a Npr che sua sorella Rahma le ha mostrato un video su come caricare un fucile kalashnikov e di un bambino dotato di una cintura esplosiva. Dice di sapere che l’ISIS è cattivo, ma si chiede se le promesse del gruppo jihadista possano darle cose che non ha mai avuto, come giocattoli e una stanza tutta sua.

Ben Hania inizia a girare il documentario nel 2016, poi si accorge che qualcosa manca nella struttura. Vuole indagare nel passato, capire le ragioni che hanno portato due giovani ragazze a unirsi allo Stato Islamico, così decide di fare interpretare il ruolo di Rahma e Ghofran alle attrici Nour Karoui e Ichrak Matar, mentre in alcune scene Olfa viene rappresentata da Hind Sabri. Attraverso questa modalità che mescola il documentario alla fiction, Ben Hania fa emergere il rapporto complesso tra una madre e le sue figlie, oltre alle ragioni che le hanno condotte verso la radicalizzazione.
La Tunisia dopo le Primavere arabe, è un paese diverso. Gli estremisti religiosi predicano liberamente, i salafiti montano tende di educazione islamica in tutto il Paese. Rahma e Ghofran vengono adescate proprio in una di queste.
L’economia del Paese, invece, è intrappolata in una spirale negativa. La gente è sempre più povera e persa, tra il modello occidentale, la musica rock, le minigonne e la cultura religiosa più estremista. Ghofran e Rahma, come altri adolescenti cercano un’identità e la trovano in un campo di addestramento vicino Sirte, roccaforte libica dello Stato Islamico.

La proiezione del film Quattro figlie è seguita da un talk con la regista Kaouther Ben Hania.

Geschrieben von Francesca Canto