Dove finisce l’hardcore punk e dove inizia il metal in tutte le sue infinite sfaccettature? Da decine di anni ormai gruppi etichettati in un modo o nell’altro si muovono lungo un confine dai bordi indefiniti ai più, attraversato di volta in volta da seguaci che con loro percorron una terra di mezzo fatta di urla, rumore ed immancabili ideali.
In questo inizio d’estate, tempio di una cerimonia senza fine è l’Eur Social Park che ha appena ospitato le bordate hardcore e non solo di Comeback Kid, Bane, Bull Brigade e Short Fuse, per oggi virare verso un metal che però chi è fedele all’hardcore non disdegna. Una serata incandescente che non si affida – come spesso accade – ai gruppi locali che fanno da apripista e portano buona parte del pubblico, ma ad una schiera di band da fare invidia ai maggiori festival del genere.
Ad aprire i giochi il “metalcore sperimentale” dei giapponesi Knosis di Ryo Kinoshita, cantante per oltre un decennio dei ben più noti Crystal Lake, che sembrava aver dovuto abbandonare per problemi mentali che non gli consentivano più di affrontare tour internazionali. Ma evidentemente così non era… Seguono gli australiani Alpha Wolf. Metalcore anche loro, attivi da oltre un decennio, anche se il disco di esordio, “Mono”, è datato 2017, hanno da poco pubblicato il loro terzo album, „Half Living Things”, da cui è stato tratto il singolo „Sucks 2 Suck“, che vede la
partecipazione di Ice-T.
Si continua con il metalcore dei texani Fit for a King. Formati nel 2007, sei album su Solid State Records, sette contando anche la riedizione del debutto indipendente, “Descendants”, del 2011. Da ricordare la collaborazione con i We Came as Romans ed il singolo „God of Fire“ del 2020 con alla voce Ryo Kinoshita, all’epoca ancora nei Crystal Lake.
A serata ormai avanzata viene poi calato il primo asso con i Dying Fetus. Originari del Maryland, nascono nel 1991 in piena epoca di furore death metal. Con John Gallagher alla voce e chitarra come cuore pulsante della band ed unico membro rimasto in attività fin dalla prima ora, a fine 2023 hanno fatto uscire “Make Them Beg for Death”, il loro nono disco, ancora una volta su Relapse Records. Arrivano infine gli headliner, gli australiani Thy Art Is Murder, deathcore da Sydney. Numerosi i cambi di formazione da quando nel 2007 uscì il loro primo demo, con il solo chitarrista Sean Delander rimasto di quei ragazzi all’epoca poco più che quindicenni. È di fine 2023 il sesto album della band, “Godlike”, che vede anche l’estromissione del cantante CJ McMahon per le sue posizioni transfobiche e l’arrivo di Tyler Miller.
Geschrieben von Carlo Cimmino