Leggere hardcore punk e Canada nella stessa frase ci fa immediatamente fare un balzo ai primissimi anni Ottanta, quando dei giovanissimi D.O.A. dopo l’esordio con “Something Better Change” pubblicavano “Hardcore ’81” dando vita a un genere e ad una parola che non si sarebbe mai più smesso di usare. Le band canadesi erano in realtà tantissime, basti pensare a Subhumans e Nomeansno, di cui è appena stato ristampato da Alternative Tentacles uno dei titoli fondamentali, quel “Wrong” che quest’anno ha compiuto trentacinque anni.

Ma il punk – si sa – non è morto e mai morirà. Gruppi si sciolgono e gruppi si formano, in un ciclo continuo senza fine. La storia dei Comeback Kid inizia a inizio anni Duemila come side project dei Figure Four, per poi divorare la band che li aveva generati. Infiniti cambi di formazione, come quasi sempre accade in campo hardcore, sette album pubblicati, con i due membri fondatori, Andrew Neufeld e Jeremy Hiebert sempre presenti ed un nuovo EP, “Trouble”, uscito da pochi mesi. Veloci e orecchiabili al tempo stesso, con una strizzatina d’occhio al grunge, dal vivo promettono scintille.

Non da meno gli americani Bane, attivi fin dal 1995, con alla chitarra, fin dagli inizi, quell’Aaron Dalbec che all’epoca era anche membro dei Converge, con cui registrò i primi quattro album. Anche qui numerosi cambi di formazione, un ultimo disco, “Don’t Wait Up”, pubblicato nel 2014, un film, „Holding These Moments” a documentare l’ultimo tour, un ritorno sui palchi nel 2021, fino alla vera reunion annunciata lo scorso anno. Ad aprire le danze in prima serata i torinesi Bull Brigade ed i romani Short Fuse.