Non è un duo inedito per il pubblico romano quello di stasera, visto che si erano già esibiti sul palco dell’Auditorium per il Roma Jazz Festival del 2021, ma assistere ad un concerto di Dave Holland e John Scofield è sempre un evento da non perdere. Compositore e contrabbassista inglese, Dave Holland può essere considerato una vera e propria leggenda. Poco più che ventenne già suonava nel gruppo di Miles Davis, con il quale registrò dischi epocali quali “Filles de Kilimanjaro”, “In a Silent Way “ e “Bitches Brew”, per poi formare i Circle con Chick Corea, Anthony Braxton e Barry Altschul.
Di lì a poco firmò per la ECM, per la quale nel 1972 debuttò come band leader con “Conference of the Birds”, per poi fondare il Gateway Trio con John Abercrombie e Jack DeJohnette. Infinite le collaborazioni dell’epoca, da Stan Getz a Sam Rivers, da Betty Carter a Herbie Hancock. All’inizio degli anni ottanta iniziò a muovere i primi passi il Dave Holland Quintet, un quintetto in continua evoluzione e trasformazione, spesso intergenerazionale, che negli anni ha visto protagonisti musicisti come Steve Coleman, Kenny Wheeler, Chris Potter e Nate Smith, mentre in tempi più recenti hanno preso vita progetti come i quartetti Prism con Eric Harland, Kevin Eubanks e Craig Taborn o Aziza con Chris Potter, Lionel Loueke e, ancora una volta, Eric Harland.
E se lo scorso anno lo abbiamo visto su questo stesso palco con il suo New Quartet, formato da Kris Davis, Jaleel Shaw e Nasheet Waits, vi anticipiamo già che tornerà a novembre con il Crosscurrents Trio insieme a Chris Potter e Zakir Hussain. John Scofield, dal canto suo, è uno dei primi nomi che viene in mente a chiunque quando si parla di chitarra jazz. Autore di oltre trenta album in solo e come band leader, vincitore di numerosi Grammy, Scofield è attivo dai primi anni settanta, quando si unì alla band di George Duke e Billy Cobham, per poi suonare nel gruppo di Miles Davis ad inizio anni Ottanta.
Musicista in tour per la maggior parte dell’anno, lo abbiamo visto a Roma innumerevoli volte, le più recenti con il progetto, “Yankee Go Home”, con il quale tornava alle radici del rock americano, riscoprendo classici fra il folk ed il rock’n’roll, e con il suo nuovo trio con Vicente Archer e Bill Stewart, a presentare „Uncle John“, il disco che prendeva il titolo dal pezzo dei Grateful Dead che chiude l’album, con materiale che va da Bob Dylan a Neil Young, da Leonard Bernstein a Miles Davis.
Geschrieben von Carlo Cimmino