La miscelazione futurista ha rappresentato un periodo memorabile per il bar (o meglio quisibeve, non era consentito l’uso di parole straniere) italiano: d’altronde non è un caso se il Futurismo è nato all’interno di alcuni locali milanesi come Caffè Centro, Savini, Camparino, Cova, luoghi dove gli avventori si scambiavano idee, opinioni e pure qualche cazzotto – poi purtroppo c’è stato un ventennio in cui non si è potuto più dire niente e dai pugni si passò ai pugnali, ma questo è un altro discorso che non ha nulla a che vedere col Futurismo.
La miscelazione futurista ha prodotto geniali polibibite (bada bene, non cocktail) come Giostra d’alcol, Avanvera, Le Grandi Acque preparate con ingredienti autarchici quali grappa, arzante (brandy), vini, vermut, amari, bitter e bibite. Un’altra particolarità è l’abbinamento con cibi inusuali, come dettava il Manifesto della cucina futurista: pensate alla decorazione della polibibita Giostra d’alcol (Barbera d’Asti, Campari bitter, Cedrata Tassoni), uno stecco con cubi di formaggio e cioccolato.
Ma al di là di tutto la cosa più importante è che la miscelazione futurista ha dettato solo gli abbinamenti di gusto e non le dosi esatte, lasciando libero il barista di poter sperimentare. Diceva Marinetti: «Ogni errore di dosaggio potrà dar vita ogni volta una ricetta diversa». Concetto artistico legato al fatto che ogni polibibita doveva essere potenzialmente unica, una sorta di installazione temporanea che doveva suscitare nel bevitore, come in un osservatore di un’opera d’arte, emozioni suggestive e determinanti, passando spesso attraverso la provocazione e l’azzardo.
La creatività dei miscelatori è stata affiancata da quella di grafici e artisti come Fortunato Depero, Nikolay Dugerhoff, Ugo Pozzo che fecero la fortuna di marchi come Campari e Amaro Cora.
Ne parleremo a Zero Design Festival con:
Fulvio Piccinino, autore del libro „La miscelazione futurista“ e del sito Saperebere, la cultura del bere responsabile, dal quale abbiamo tratto le informazioni necessarie a questa presentazione
Yuri Gelmini, barman Surfer’s Den, appassionato di polibibite, ha creato Ape Vigorosa a base di grappa barricata, Biancosarti, Taneda, Carpano classico e miele nel favo
Fabio Tarroni, barman Blanco, appassionato di polibibite, ha creato Così A Caso a base di barolo chinato, vermouth rosso, succo di mela
Altri eventi della giornata di Zero Design Festival:
Soundsystem design: i Picò
Quisibeve + selezione musicale
Picò live
Bar tools/Cose da bar
Notte Italiana: rassegna cinematografica
Geschrieben von La Redazione