„Se gli Ottomani venissero a reclamare i Balcani non avrebbero bisogno di un esercito per conquistarci, ma solo della loro musica.“ I commenti Youtube sono sempre una miniera di perle. Questo, scritto da un anonimo utente romeno sotto il video live di „Hata Benim Göbek Adım“, sintetizza alla grande la forza espressa dalla musica turca negli ultimi anni.
I Lalalar suonano un rock psichedelico macchiato di elettronica e sapori folk: un mix irresistibile e soprattutto ballabile all’eccesso. Caratteristiche emerse già negli anni Sessanta, quando in Turchia accolsero con entusiasmo l’ondata di rock psichedelico inglese rielaborandolo alla loro maniera in un movimento racchiuso nel bel neologismo „Anatolian Rock“.
Quella scia è oggi presente più che mai. I Lalalar e gli Altın Gün tengono alta la bandiera rossa della mezzaluna e della stella, ma l’influenza del genere si è estesa globalmente, scolpendo il suono di alcune delle band strumentali più popolari del momento, in primis Khruangbin e King Gizzard and the Lizard Wizard. Tra chitarre elettriche e strumenti a corda tradizionali, bassi serpentini, spezzati ritmici decisamente poco occidentali: un concerto da non perdere per trasformare il Monk nel teatro di un sabba ottomano.
Geschrieben von La Redazione