Una delle foto più famose del rock anni settanta ritrae Robert Plant con una colomba bianca che si posa sulla sua mano durante uno dei concerti americani dei Led Zeppelin. Oggi quel giovane a torso nudo dai capelli dorati ha compiuto settantasei anni, la sua voce con il passare degli anni non è sicuramente più la stessa e i Led Zeppelin, tolta una manciata di esibizioni per eventi eccezionali, si sono sciolti da oltre quarant’anni, lasciando dietro di sé una storia che sa di mito e leggenda e centinaia di milioni di dischi venduti.

Da allora Robert Plant ha intrapreso una carriera solistica dalle alterne fortune, ma scrollarsi di dosso l’essere il cantante dei Led Zeppelin – che era poi quello che continuava a interessare a tutti i fan – era sostanzialmente impossibile. Negli anni novanta il ritorno alla collaborazione con il chitarrista della band, Jimmy Page, portò al successo di un album unplugged registrato con un’orchestra marocchina e a diversi tour, mentre il decennio successivo vide Plant a fianco della musicista bluegrass Alison Krauss, con un album che vinse cinque Grammy ed ottenne un disco di platino con le loro versioni di brani che spaziavano dal blues al folk, fino al country.

Oggi Robert Plant torna con il progetto „Saving Grace“, in cui è affiancato dalla voce di Suzi Dian: mandolini, banjo e chitarre acustiche per ripercorrere quell’immaginario folk da sempre nel cuore di Plant, senza mai dimenticare il blues delle origini. Una formazione che aveva già calcato il palco del Teatro Romano di Ostia Antica nel settembre 2023, quando accanto a riadattamenti di un paio di brani dei Led Zeppelin erano stati proposte svariate cover – dai Low ai Los Lobos – insieme a pezzi attinti dalla carriera solista di Plant e alle immancabili escursioni nella tradizione folk. Siete pronti ancora una volta per una serata di pura magia?