È Stefano ad avermi passato il tuo disco, autunno 2011. Io sto uno straccio, ricordo solo di vagare sperso per il centro di Torino godendomi „Room(s)“. Nel febbraio del 2012 hai suonato sotto la Mole come Sepalcure: ci siamo tutti, così giovani e dolci. Io sono una piuma imbevuta nell’oro.
A luglio, invece, ti ritrovo a Seattle e, con mio fratello, Salvo e Chiaretti, un pizzaiolo ci fa entrare gratis, assisto al tuo live in una pagoda spaziale. Quanto è diverso il clubbing per gli americani. Nel 2013 al Melt il tuo show con Jimmy Edgar l’ho visto da lontano, ma sbraitavo con Giorgia quando Azealia Banks rappava su „Van Vogue“. Ne è passato di tempo, ma sono felice di rivederti per ballare la tua footwork decomposta e sinuosa, e lasciarmi cullare dalle voci che la popolano.
Geschrieben von Enrico Petrilli