Due anni dopo la pubblicazione di Discovery, il secondo disco dei Daft Punk, nel 2003 usciva Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem.
Il film è prodotto dallo studio giapponese Toei Animation e diretto da Leiji Matsumoto. L’intento dei Daft Punk era quello di creare un mondo in cui musica, narrazione e animazione fossero perfettamente fusi, e hanno scelto Matsumoto per la sua esperienza nel creare mondi fantastici che univano estetica retro e futuristica. Un po’ come l’album, che pur essendo accessibile e facilmente apprezzabile dal grande pubblico, è tanto futurista quanto nostalgico, mescolando funk, disco e electro con un linguaggio innovativo che rompe con le strutture classiche.
La storia parla di una band aliena rapita e trasformata in popstar sulla Terra e riflette le tematiche di identità, libertà creativa e resistenza che si sposano perfettamente con l’atmosfera musicale e concettuale di Discovery. Non ha dialoghi, ma è sostanzialmente lo svolgimento dell’intero disco con l’aggiunta di qualche minimo effetto sonoro legato all’animazione.
Nel periodo in cui i Daft Punk lavoravano a Discovery, l’industria discografica stava vivendo un momento di grande trasformazione. La pirateria digitale stava iniziando a farsi sentire, l’industria stava cercando di riprendersi dalla crisi dei formati tradizionali e i formati come il CD stavano cominciando a essere sostituiti dal download online e dallo streaming.
Dal loro punto di vista (e non solo), la musica stava diventando sempre più un prodotto da vendere, piuttosto che una vera e propria forma di espressione. In Interstella 5555 diventa una critica all’industria musicale che si riflette nella figura del „produttore“ che trasforma la band in un prodotto di consumo. Allo stesso modo, i Daft Punk, con Discovery, volevano sfidare l’idea di musica commerciale e riportare l’attenzione sull’aspetto creativo e emozionale della musica elettronica.
Nel film, la band aliena, una volta liberata dal produttore che cerca di trasformarli in prodotto di consumo, deve trovare un modo per sperimentare e per ricostruirsi, come i Daft Punk hanno fatto con la loro musica: in entrambi i casi, c’è una trasformazione profonda che porta alla liberazione creativa. Il disco, infatti, non è stato pensato solo per essere un successo commerciale, ma per far evolvere il suono della musica elettronica, creando qualcosa che fosse accessibile ma anche innovativo. In Interstella 5555, la liberazione della musica dall’industria rappresenta un desiderio di autonomia creativa, in cui la musica non è solo un prodotto da vendere, ma un veicolo di emozione e di espressione personale.
I Daft Punk sono stati coinvolti attivamente in tutto il processo creativo del film, dalla scrittura della trama alla supervisione dell’animazione. Hanno controllato la direzione artistica e la sincronizzazione musicale: la musica di Discovery non è solo la colonna sonora, ma guida la narrazione stessa. Ogni canzone si inserisce in un preciso momento della trama, contribuendo a raccontare la storia in modo viscerale e emotivo. Nonostante fossero ancora sotto contratto con la major Virgin Records, hanno deciso di seguire una strada completamente indipendente e visionaria, dando vita a un progetto che unisce musica elettronica, sci-fi e animazione.
In questo senso Interstella 5555 è una effettiva estensione artistica di ciò che i Daft Punk volevano esprimere nel loro album Discovery: un messaggio di liberazione, sperimentazione e sfida alle convenzioni del sistema musicale e culturale dell’epoca.
Geschrieben von Carlotta Magistris