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Do 30.01 2025 – Mo 08.09 2025

A Kind of Language: Storyboards and Other Renderings for Cinema

Wo

Fondazione Prada - Osservatorio
Galleria Vittorio Emanuele II, Milano

Wann

Donnerstag 30 Januar 2025 – Montag 08 September 2025

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Dopo il flop di “Dodes’ka-den”, nel 1970, e il fallimento produttivo di “Tora! Tora! Tora!”, Kurosawa Akira, uno dei più grandi registi giapponesi mai vissuti, ebbe un lungo periodo di profonda depressione, durante il quale soffocò tutti i suoi dispiaceri in una pesante dipendenza alcolica, fino ad arrivare a tentare il suicidio.

Qualche anno dopo, Francis Ford Coppola e George Lucas si recarono in Giappone per incontrare l’autore de “I Sette Samurai”, con l’idea di produrgli un film. Con il massimo stupore scoprirono che Kurosawa, in anni di reclusione e solitudine, aveva disegnato e dipinto a mano lo storyboard di un nuovo film che aveva in mente. Quel film era “Kagemusha – L’ombra del guerriero”, che, uscito nel 1980 e prodotto proprio da Coppola e Lucas, sancì la rinascita del grande maestro giapponese, che negli ultimi anni della sua produzione ci regalò ancora capolavori come “Ran”, “Sogni”, “Rapsodia in Agosto” e “Madadayoo”.
Se non fosse stato per quello storyboard di Kagemusha, un genio come Kurosawa si sarebbe spento in solitudine, senza avere la voce per regalarci i suoi testamenti spirituali.

Questo breve aneddoto mi sembrava adeguato a introdurre e celebrare A Kind of Language: Storyboards and Other Renderings for Cinema la mostra aperta dal 30 gennaio all’Osservatorio di Fondazione Prada: un percorso che parte dai primi passi mossi dalla settima arte, con cimeli direttamente dagli anni ’30, passando per storyboard, schizzi e appunti di regia di grandi maestri come Bunuel, Jean-Luc Godard, Alfred Hitchcock, Satyajit Ray, Fellini e perfino il Dune mai realizzato da Jodorowski.

C’è poi spazio per gli storyboard dei grandi successi di alcuni tra i più grandi cineasti contemporanei come Alejandro Gonzalez Iñárritu, Wes Anderson e il suo Grand Budapest Hotel, i disegni della famosissima sequenza sul pianeta oceanico di Interstellar e perfino Toro Scatenato di Martin Scorsese.
Il percorso è pensato anche per far sognare i più piccoli con la presenza di storyboard originali degli Studios Disney, con contributi da film cult come Fantasia del 1940 e cult ben più recenti come Nemo.
Tutti questi contributi alla mostra, e moltissimi altri che vi invito a scoprire personalmente, compongono un quadro meraviglioso che invita a riflettere sulla centralità dell’elemento visivo e compositivo nel cinema e sulla bellezza della collaborazione per quella che è la forma d’arte più composita e comunitaria che possa esistere.

Geschrieben von Archimede Favini