Può una performance musicale improvvisata, per sua natura creata nel momento stesso dell’esecuzione, venire cristallizzata e trasformata in una composizione scritta da interpretare nuovamente alla pari di qualsiasi altra? L’anomalia è evidente, non c’è dubbio, ma quando la “composizione” è opera di Keith Jarrett forse tutto diventa possibile. “The Köln Concert”, disco del 1975 con oltre quattro milioni di copie vendute, è il simbolo del concerto improvvisato per solo pianoforte, per cui non stupisce il fatto che all’autore ne venisse fin da subito richiesta una trascrizione. Jarrett si oppose fermamente, prese tempo, ma alla fine cedette, controllando personalmente le varie fasi del processo.
Oggi, ospite dell’ottantesima stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti per il Ciclo Calliope, è Gilda Buttà a cimentarsi con questo capolavoro da molti ritenuto inavvicinabile. Riproposto in una dimensione cameristica, “The Köln Concert” viene così presentato come un’opera di repertorio, alla pari delle opere dei compositori di musica classica ai quali il pubblico di queste platee è abituato. E non sorprende che un progetto apparentemente folle venga realizzato da una pianista come Gilda Buttà, collaboratrice di Ennio Morricone per oltre trent’anni, a suo agio con Mozart e Beethoven, così come con la musica contemporanea e la sperimentazione.
Geschrieben von Carlo Cimmino