Una mostra di ombre e luci, di spazi fotografati in diversi intervalli di tempo, pavoni nascosti da una rete e bambine sonnolente accarezzate da filamenti luminosi. Non le lunghe serie cui Guido Guidi ci ha abituati, ma fotografie singole, al massimo dittici o un trittico. Diverse gradazioni di buio, grigi e neri, definite da raggi di luce netti o soffusi diventano i protagonisti nella visione del curatore Alessandro Rabottini, che le ha cercate e selezionate nell’archivio del fotografo romagnolo, tra le sue indagini dell’architettura, dei paesaggi. Ci regala una percezione nuova della sua produzione, valorizza il lirismo e la poesia di cui il suo modo di fotografare è intriso, sebbene non tutti gli scatti bastino a sé stessi una volta estrapolati dalla serie di appartenenza.
Geschrieben von Irene Caravita