Non capita spesso che il confine fra il mondo dell’arte – che sia visiva o sonora – e quello della musica sia del tutto indefinito, ma di rado accade. Laurie Anderson ne è forse uno degli esempi più evidenti, essendo arrivata ad un inaspettato successo commerciale ed al primo contratto discografico quasi per caso, dopo che era stata attiva musicalmente nella scena artistica, con una ricerca legata all’elettronica ed alla tecnologia, fin dai primi anni Settanta.
L’avanguardia newyorkese a quei tempi non aveva probabilmente grande interesse ad uscire dai propri confini, per cui ecco che le composizioni della Anderson vivevano solo per il tempo di una performance o di un’installazione. Al massimo venivano distribuite
privatamente o uscivano su qualche compilation. Questo fino al 1981 quando, all’improvviso, un singolo, „O Superman“, raggiunse i primi posti nelle classifiche di vendita. mentre il video veniva trasmesso in continuazione dalle televisioni di mezzo mondo. Un successo che oggi non riusciremmo forse a spiegarci per un brano d’avanguardia, con la sua elettronica che si rifaceva alla lezione del minimalismo americano.
Erano gli anni Ottanta e tutto era possibile. Seguirono “Big Science” su Warner Bros e una carriera musicale sicuramente ben più definita, ma fatta anche di album fuori dagli schemi, come “United States Live”, box composto da cinque LP, o “Home of the Brave”, colonna sonora di un film/concerto da lei diretto ed interpretato. Nei primi anni novanta Laurie Anderson è ormai una figura di spicco dell’avanguardia statunitense che si muove fra performance, opere multimediali, spoken word ed infinite collaborazioni fra cui quella con Lou Reed, che avrebbe poi sposato nel 2008.
Oggi torna all’Auditorium del Parco della Musica per la quarantesima edizione del Romaeuropa Festival, presentando X², nuova performance nella quale metterà nuovamente alla prova il sottile equilibrio tra storie narrate, sperimentazione sonora e multimedialità. In questo viaggio musicale e visivo sarà accompagnata dai Sexmob, band newyorkese jazz/non jazz guidata da Steven Bernstein e composta da Briggan Krauss al sax, Tony Scherr al basso, Kenny Wollesen alle percussioni e Doug Wieselman alla chitarra, formazione che era già stata accanto a Laurie Anderson nel tour di “Let X = X”, presentato al Ravenna Festival del 2023, nel quale riportava in scena l’omonimo brano tratto da “Big Science”.
Geschrieben von Carlo Cimmino