Nella vita di un artista ci possono essere alcuni episodi capaci di far cambiare prospettiva, di rivedere tutto il proprio percorso fino a quel momento e che avranno poi delle ripercussioni sul presente. Di questo si parla in “Rumore Dentro”, il film su e con Piero Pelù in uscita questo mese e già presentato in anteprima Fuori Concorso alla 82° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il punto di partenza è ciò che è accaduto al cantante toscano nel 2022: durante una session di registrazioni a Milano, per l’errore di un fonico, gli arrivò nelle cuffie un fischio fortissimo, provocandogli un acufene con il quale si trova a combattere da allora. In un’intervista per La7 l’ha definita “una rivoluzione non richiesta”, qualcosa che gli ha fatto rivalutare la propria esistenza, che l’ha spinto ad annullare le date di un tour già programmato e che poteva compromettere la sua carriera artistica. Ma anziché fermarsi, uno spirito irrequieto come il suo non poteva, al contrario, non ripartire. Così nasce un road movie in direzione di Saintes-Maries-de- la-Mer, in Camargue, per seguire il pellegrinaggio annuale compiuto dai gitani in onore di Santa Sarah la Nera protettrice dei viaggiatori, l’unica entità alla quale, uno profondamente laico come lui, si ritiene devoto, tanto da tatuarsi il nome su entrambi gli avambracci.
«Io non sopporto lo star system, non sopporto le rockstar, preferisco essere un rocker.»
Il viaggio come migliore cura e veicolo di rielaborazione di quello che avviene “off road”, nella vita di tutti i giorni, necessario percorso per la riaffermazione di sé. Una prospettiva che si addice particolarmente a Pelù, personaggio libertario e lontano dalle convenzioni di una società che vuole tutti gli individui conformi a un predeterminato modello. Lui invece nel film ammette di non aver mai ricercato il successo: «io non sopporto lo star system, non sopporto le rockstar, preferisco essere un rocker». Attraverso la musica e al vivere il rock come forma di riappropriazione della propria individualità riesce a convivere col trauma e ad andare avanti. Come specifica il regista Francesco Fei in un’intervista per Lost In Cinema, il fulcro del documentario non è solo la storia personale di Piero quanto quella di un uomo che si trova, come migliaia di persone, a convivere con una realtà di questo genere e a doverla, per forza di cose, affrontare. Questa non vuole essere un’opera per i fan, l’ennesimo biopic autocelebrativo, ma un messaggio verso chi in un determinato momento si sente svantaggiato. Il voler stare dalla parte degli oppressi è poi uno dei punti cardine di tutto il percorso artistico dell’artista toscano, che si è sempre speso molto per le cause sociali: di recente ha organizzato SOS Palestina, un concerto per Gaza che si è tenuto a Firenze, al quale hanno partecipato duemila spettatori. Il prossimo 15 Novembre “Rumore Dentro”, sarà proiettato al Cinema Godard di Milano un’occasione imperdibile anche perché ci sarà un talk con lo stesso Piero Pelù, il regista Francesco Fei e il direttore artistico del Festival dei Popoli Alessandro Stellino. È un modo anche per entrare in contatto con una delle personalità più libere del rock italiano, che in questi anni è più attivo che mai, vedi la pubblicazione dell’ultimo disco Deserti (uscito nel 2024) o il prossimo tour con i Litfiba che nel 2026 rivedrà la formazione di 17 Re riunita per celebrare i quarant’anni di quello che rimane uno degli episodi migliori e più memorabili della new wave italiana.
Geschrieben von Daniele Zennaro