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Do 06.11 2025 – So 09.11 2025

Pippo Delbono: Il risveglio

Wo

Arena del Sole
Via Indipendenza 44, 40121 Bologna

Wann

Donnerstag 06 November 2025 – Sonntag 09 November 2025

Wie viel

€ 30-7

Kontakte

Sito web

Foto di Luca Del Pia

Dopo un’importante tournée internazionale e italiana Pippo Delbono torna all’Arena del Sole di Bologna con l’ultimo spettacolo Il risveglio, un intimo ed emozionante viaggio attraverso le tante cadute e i tanti risvegli della vita, in scena in sala Leo de Berardinis dal 6 al 9 novembre.

Il 26 novembre in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna sarà programmato al Cinema Modernissimo alle 20.15 il film BOBÒ (2025), che il regista Delbono ha dedicato all’attore e amico, divenuto un componente della compagnia, dopo l’incontro nel 1996 nel manicomio di Aversa, dove Bobò era cresciuto. La sua presenza torna, dopo la morte nel 2019, anche in questo ultimo spettacolo teatrale. Il film sarà introdotto dal regista e dalla direttrice artistica di ERT Elena Di Gioia.

Il risveglio riprende la figura dell’uomo assopito sotto l’albero secco, poi improvvisamente ricoperto di fiori, che chiudeva lo spettacolo Amore, per esprimere il bisogno di risvegliarsi, con il rischio di trovarsi di fronte a un mondo peggiore del precedente, quello prima della pandemia che ha chiuso tutti in casa, prima delle guerre scoppiate alle porte di casa, prima del ritorno di ideologie che pensavamo appartenessero al passato.

Il risveglio parte da un’esperienza personale e dal riconoscimento di una fragilità per indagare il sentimento universale della perdita, attraverso racconti, storie e poesie scritti dallo stesso Delbono. È la prima volta che in una sua opera non sono presenti i testi degli autori a lui cari: con Il risveglio vuole infatti «dire un nuovo dolore che l’ha invaso» e per raccontarlo ha sentito di dover fare affidamento alle proprie personali parole.

«Questo spettacolo si chiama Il risveglio – scrive Pippo Delbono nella drammaturgia – ma potrebbe chiamarsi anche la vecchiaia, il dolore… Io ho passato 7 anni nel buio, 7 anni di dolore, come 7 anni dentro a un frigorifero. Poi quando sono uscito mi sono visto e ho detto: “ma sono diventato vecchio”. Non mi ero reso conto. Come quando ti risvegli da un sogno. E ho visto che tutti intorno a me erano diventati più vecchi. E poi in quegli anni c’era il Covid, io ero già nel frigorifero e ho dovuto passare due anni rinchiuso in casa… e poi c’erano le guerre, l’Ucraina, la Palestina, ma a me non importava niente. Ero talmente preso dalla mia guerra, dal mio dolore che ero diventato completamente apatico al dolore del mondo intorno a me».

Il risveglio è un omaggio a Bobò, che dal 1997 è stato protagonista di tutti gli spettacoli e film di Delbono e che, più di chiunque altro, ha incarnato la sua poetica, uomo straordinario, sordomuto, che per 46 anni ha vissuto nel manicomio di Aversa. «Nella mia compagnia – recita – c’era un attore incredibile. Si chiamava Bobò. Un omino piccolo, sordomuto, analfabeta. L’ho incontrato nel manicomio di Aversa, dove ha vissuto per 46 anni. Era un uomo straordinario, un attore incredibile. L’ho fatto uscire da lì. Ha vissuto con me, a casa mia, per 20 anni, ed è diventato il protagonista di tutti i miei spettacoli e di tutti i miei film. Abbiamo girato tutto il mondo insieme. Alla fine lui aveva più di ottanta anni, camminava malissimo, sempre meno, quasi non camminava più, ma danzava. Non poteva camminare ma danzava. Lui era tutto per me, un padre, un fratello, un maestro. Eravamo sempre insieme nel teatro e fuori dal teatro. Inseparabili. E un giorno Bobò se n’è andato via. Per cinque anni non ho potuto più guardare nemmeno una sua immagine. Non potevo sentire parlare di lui. Ci ha lasciati completamente soli, me e la mia compagnia».

La pièce si compone di pochi ed essenziali elementi scenici, per spingere lo sguardo oltre ciò che si vede. Anche Il risveglio nasce dalla musica (con il violoncello dal vivo di Giovanni Ricciardi), seguendo la partitura di un ritmo interiore. Lamenti d’amore e di tenerezza trascinano gli attori e le attrici della Compagnia in una danza simile al rito sacro, vicino forse a un funerale. L’atmosfera si arricchisce di brani provenienti dalla memoria degli anni Settanta, mentre Delbono si ripete «Devi danzare, danzare nella tua guerra».

Geschrieben von LR