Era il 2013 e noi (chi aveva già mosso i primi passi nella pubertà) stavamo incollati al computer in cameretta con la porta chiusa per guardare l’ultima stagione di Skins: una delusione. Eppure ecco arrivare inevitabile una lacrima di commozione, consapevoli che la più importante reference millennial su come vivere l’adolescenza era finita lì. Quello schiaffo in faccia della celebrazione del malessere, degli psicodrammi (seri), della crogiolante malinconia accompagnato dalle campagne inglesi, dalle feste e dalle malriuscite fughe dalle strettoie sociali imposte, dove potevamo metterlo?
Un giovanissimo ragazzino svedese esce proprio quell’anno con Unknown Memory, pronto a raccogliere tutte quelle sensazioni che stavamo per rassegnarci a lasciare a terra: aveva 17 anni e si faceva chiamare Yung Lean. È quell’incontro non intenzionale che ti fa dubitare della vecchia logica per cui il destino non esiste. Con il primo album, il tour e l’esplosione dei forum online, si insinua da lato nel Cloud Rap e l’Emo Trap. Tutta quella wave, tipicamente americana, concede nuovo adito a tutti i nostri sogni adolescenziali (oramai post). Tra questi svettano XXX Tentacion, Lil Peep – per entrambi lacrimuccia -, ASAP Rocky e altri. Yung Lean, alla ribalta da un’europa che raramente (se non in UK) tira fuori dal benessere talenti di questa portata, passa anni sotto ai riflettori mischiandosi perfettamente a quella scena, correndo anche il rischio di diventare “uno dei”.
E poi il non più ragazzino svedese se n’è uscito quest’anno con Jonatan, il suo ultimo album da solista. Un capolavoro: il tempo passa, ma lui riesce fuori dal coro a mettere insieme contemporaneità, il domani e la nostalgia.
Già l’Intro ci strattona dritti nel suo mondo, per poi darci un colpo al petto coi primi 20 secondi del secondo pezzo (Might not B). Comincia a muoversi la testa. E di lì navighi tra generi, dal più pop (I’m your dirt, I’m your love), al vecchio cloud (swan song) per poi toccare quasi delle vene folk nella chiusura da lacrime (Lesson from Above). Se riesce a farci stare a guardare le nuvole al parco per tutti i 40 minuti di ascolto con occhietti lucidi, chissà in che stato ci potrebbe far rimanere un suo live….Ed ecco che arriva: il 15 Novembre al Fabrique, proprio a Milano, accanto a casa! Se trovate lì uno con bocca mezza su e mezza giù probabilmente sarò io.
Non ci sarà più Skins, ma in figure come Yung Lean possiamo trovare la nuova strada segnata su come dare senso alle nostre prossime adolescenze. Venite al concerto. Se non venite al concerto, ascoltatevi Jonatan al parco. Ma venite al concerto.
Geschrieben von Alvise Baia Curioni