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Do 04.12 2025 – Fr 30.10 2026

Hito Steyerl: The Island

Wo

Fondazione Prada - Osservatorio
Galleria Vittorio Emanuele II, Milano

Wann

Donnerstag 04 Dezember 2025 – Freitag 30 Oktober 2026

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Sito web

The system has images behind that hide its true function. Destroy the image, and you will break the system.“ (Hito Steyerl, The Island, 2025).

Situazione: anno 2025. A un quarto dall’inizio del nuovo secolo, l’immagine digitale ha raggiunto la sua maligna evoluzione finale. Abbandonando definitivamente ogni dipendenza dal reale, è in grado oggi di generarsi autonomamente, mentre drena energia proprio da quel reale che le ha permesso di nascere in primo luogo. Per fare questo, si è moltiplicata, ha proliferato in nuovi spazi e oggi appare più minacciosa che mai: è un’inondazione. Uno tsunami, spazzatura in bit utilizzata dalle nuove destre globali per ridefinire le proprie estetiche. Nessuno è al sicuro. Chi ci salverà?

Un’altra immagine, questa volta del passato, ha infranto la sua natura fantasmatica per combattere l’immondizia digitale del presente. È Flash Gordon, scappato dalla sala cinematografica; ha spezzato il suo legame con il tempio delle immagini del passato, ancora proiettate nonostante non ci sia più nessuno a guardarle. Ha una missione da trasmettere in live: combattere l’inondazione di AI Slop. Per farlo, ha bisogno di attingere da una forza generatrice (e non generativa) di mondi – la letteratura – in grado di definire delle possibilità alternative allo schifo straripante. È necessaria per entrare in contatto con temporalità diverse da quelle alterate del capitalismo delle piattaforme. Temporalità non umane, come quella dell’isola antistante a Korčula risalente al neolitico, o quella subacqua del plancton bioluminescente.

In The Island, mostra personale di Hito Steyerl all’Osservatorio di Fondazione Prada, tre elementi collidono per aggiornare una ricerca sulle immagini come dispositivi di potere nel terzo millennio: archeologia, fisica quantistica e fascismo 3.0. Progetto site-specific per la sede al quinto piano di Galleria Vittorio Emanuele II, gli espedienti narrativi attraversano alcuni temi cari all’artista tedesca, su tutti la circolazione globale delle immagini e le nuove forme di potere autoritarie, esplorati tramite il film corredato da installazioni e interviste che gli ruotano attorno.

Questi tre elementi rappresentano le diverse temporalità che coesistono nella narrazione di Steyerl. Se dall’archeologia riceviamo la suggestione principale che dà il titolo al film e alla mostra – la recente scoperta in Dalmazia di un’isola artificiale risalente al neolitico a largo di Korčula – essa è il tempo passato, remoto, profondo. Il fascismo 3.0, ahinoi, è il presente, mentre la fisica quantistica è il modo di viaggiare tra di esse, in grado di unire momenti diversi e cambiare improvvisamente. 

This past is our future”. Per rompere il loop tecno-capitalista fatto di temporalità spezzate, psicotiche, sfasate, vanno recuperate temporalità profonde, appartenenti alla natura ma non umane. E per farle diventare il nostro futuro, è necessario rivolgersi al genere letterario che ha sempre saputo farlo meglio, la fantascienza. Darko Suvin, autore del libro Le metamorfosi della fantascienza, opera di riferimento per la critica teorica del genere, è il padre spirituale di The Island: troviamo il libro lì, all’ingresso della mostra, quasi nascosto, ma che ci arriva prima di tutte le altre opere. Una pubblicazione di quasi 50 anni fa, che Steyerl antepone al suo lavoro in un gesto di umiltà: il passato che ritorna per mostrare la strada del futuro.

Geschrieben von Pietro Leonardi