È il cordone ombelicale che lega il Sud al resto dell’Italia. Certo, ci sono anche i treni, i traghetti e ora anche gli aerei low cost, ma non esiste stazione, porto o aeroporto che possa smuovere ricordi e sentimenti e avere una tale portata narrativa come la Salerno-Reggio. Storie fatte di code interminabili, odore di cibi portati da Sud a Nord sprigionati dal calore dell’abitacolo, panini unti mangiati in aree di sosta ai confini della realtà, nostalgie come speranze. Vituperata in lungo e in largo per la sua impercorribilità, simbolo dell’immobilismo italiano, in realtà ora è pressoché completa: c’è voluta una vita, ma funziona. Motivo per il quale, proprio in questi giorni natalizi – quando si avrebbe più voglia di andare a sminare le campagne di Mosul piuttosto che percorrerla – l’Anas apre il suo archivio e le dedica una mostra fotografica che vede coinvolti 11 autori italiani di spessore, cui si aggiungono, in collaborazione col Maxxi, gli scatti di Gabriele Basilico e Olivo Barbieri sullo stretto di Messina, quelli di Mario Cresci sulla SS 106 Jonica, disegni, planimetrie e foto d’epoca. L’allestimento è a cura dello studio di architettura 2A+P/A di Roma e l’ingresso è gratuito: meglio di così c’è solo la barriera di Mercato San Severino senza coda.
Geschrieben von Tony Davèro