Cercare Jhator nella sezione immagini di Google potrebbe essere una delle esperienze più raccapriccianti alle quali abbiate mai assistito. Difficilmente troverete la copertina del nuovo album omonimo degli Zu, piuttosto vedrete degli avvoltoi sulle alture del Tibet mangiare con voracità dei cadaveri umani scuoiati, tagliati a pezzi e offerti in dono ai suddetti animali. Si tratta di un rito funebre praticato ancora solo da alcune comunità del luogo, legato all’interpretazione buddista del ciclo vita-morte in cui il corpo rappresenta solo una custodia dello spirito e per cui, a fine esistenza, può (deve) essere donato come offerta alla natura per permetterne la sussistenza, come i valori della generosità e della compassione del Buddha indicano. E chissà, allora, che questo disco degli Zu non sia il rito funebre del loro corpo musicale, del volto sonoro con il quale li abbiamo sempre (ri)conosciuti: macchine jazzcore lanciate a velocità folli contro ogni palco e ogni impianto. In Jhator i tempi si dilatano e si rallentano, i brani sono solo due, lunghissimi, ancestrali, astrali, scuri. Si cambia albero genealogico e si proclama la discendenza dai Coil. Si passa dalla schizofrenia sonica della Ipecac di Mike Patton, al “monolitsimo” della House of Mythology. E cosa ne sarà dei live mitraglianti ai quale ci hanno abituato? Da quanto ci hanno raccontato in un’intervista gli stessi Zu, le ritroveremo anche stavolta e di Jhator ci sarà solo un reinterpretazione del secondo brano. Siate pronti all’ennesimo assalto sono allora, e che i condor si nutrano pure dei corpi sottopalco.
Nicola Gerundino
VINCI CON ZERO
Zero e il Monk ti mandano gratis al concerto di Zu + Lento + Juggernaut. Per partecipare, basta mandare una e-mail a contest@edizionizero.com specificando la città e l’evento di riferimento nell’oggetto e il proprio nome e cognome nel corpo dell’e-mail. I due vincitori saranno estratti tra tutti coloro che avranno partecipato entro il 21 aprile e saranno gli unici a ricevere una risposta via e-mail. (si ricorda che per l’ingresso è obbligatoria la tessera Arci)
Geschrieben von Alberto Asquini