Il Volt ci ha ormai abituando bene e non a caso ci porta Mano Le Tough. Nel suo mixaggio i vocal entrano lentamente, fondendo (in lunghi passaggi) dischi che vorresti fossero infiniti, c’è spazio per effetti sonori dei vecchi film di fantascienza, ripartenze techno e modulazioni di suoni che aprono le porte di mondi paralleli. Nei set dell’irlandese ritroviamo brividi „privati“: una manciata di canzoni e tutto sembrerà parlare di lei, una sequenza di suoni metallici e duri e tutto riporterà a momenti più oscuri. Immerso in un genere che rischia spesso di settorializzarsi (leggi bene: annoiare i più per accontentare i meno), Mano riesce sempre ad agguantare sia l’appassionato-Afterlife che l’ascoltatore innamorato dei suoi passaggi nelle piste più grandi. Il Volt è uno dei luoghi ideali per apprezzarlo al meglio, preparatevi schiacciando play su uno dei suoi tanti set e fatevi prendere per mano.