Mostrare la materia, ma anche modificarla, manipolarla, innescare azioni, metamorfosi, attraverso processi chimici, fisici e alchemici a tratti imprevedibili. Questa e l’arte di Gilberto Zorio. E sono processi, quelli messi in atto nelle sue opere, di cui l’artista stesso non conosce l’esito e del quale, in primis, è uno spettatore ignaro. Pioniere dell’Arte Povera, fra i nomi presenti fin dalle prime mostre di Celant, Zorio comunica attraverso l’arte quasi fosse uno sciamano: i concetti che esprime sono veicolati da opere composte da materiali fra il naturale e l’industriale, l’arcaico e il tecnologico. Ma gli oggetti e i materiali messi in scena, le pelli di animali, le lance e le stelle, non sono mai simboli, non riportano a qualcos’altro, ma rappresentano se stesse e la forza delle loro immagini. Come ha dichiarato l’artista stesso, “L’arte è un grandissimo atto di magia contro la morte” inteso come energia, forza vitale, dinamismo sprigionato dai processi che attiva. Anche la dimensione del tempo e della luce, che sia naturale o meno, sono importantissime affinché questo atto di magia si compia fino in fondo e in modo sempre diverso e imprevedibile.
Curata da Marcella Beccaria e sviluppata in dialogo con l’artista, la prima personale al Castello di Rivoli sarà un’opportunità per ripercorrere la carriera artistica di Zorio attraverso alcune tra le prime opere dell’artista e nuove installazioni ideate e create per l’occasione.
martedì – giovedì 10.00 – 17.00
venerdì – sabato – domenica 10.00 – 19.00
Geschrieben von D.A.F.