Che Sultan voglia sempre provocare scompiglio è confermato dall’ambiguità di un gioco tra nomenclature fuorvianti con cui il nostro esperto del pastiche rock’n’roll ci presenta il suo ultimo lavoro. Stavolta l’artista canadese, noto da circa una quindicina di anni nell’ambiente garage punk come un geniale “beautiful freak” da performance, assemblatore e rigurgitatore di antichità underground, ritorna su disco per la prima volta dal 2005 come one-man-band. L’ultima fu quella di Tie Your Noose, ultimo album coordinato dal mitico Greg Shaw prima della sua morte e uscito sulla sua (altrettanto leggendaria) Bomp! Records. In perfetta sintonia con l’etichetta, all’epoca fu il lato più punk di BBQ a emergere su volanti tappeti lo-fi. A oggi Mark Sultan esce su In the Red Records più nitido, messo a fuoco sul mood dei Sessanta. Garage, r&b e r’n’r sempre citati, capovolti e stravolti con l’approssimazione ruvida di un performer: Mark Sultan.