Ammantata da un velo di mistero e nascosta dietro una barriera linguistica ostile, la medicina cinese opera i suoi incantesimi di lunga vita nei bazar e nei budelli scuri delle vie di Chinatown, rimanendo il segmento di attività più impenetrabile per i non cinesi. Eppure c’è del fascino. Del fascino come quello che Nixon provò di fronte all’agopuntura. Il fascino del non invasivo, del controllo delle energie. Che roba è poi l’energia? Insomma, erbe, sieri, posizioni, topologie anatomiche ma tutto votato a un unico presupposto: meglio prevenire che curare. Lunga vita alla vita sana.
L’energia vitale del quartiere scorre muta nelle vie come l’energia vitale scorre nelle ramificazioni del corpo. Anatomie umane e fisiologie urbane si assomigliano nei tratti, e nella medicina cinese tradizionale non mancano rimedi – solitamente per noi insoliti – per curarne le patologie. Al netto di un certo naturalismo di fondo, le magie operate dai principi attivi delle medicine orientali sono un’alternativa valida all’impasticcamento chimico della medicina occidentale, caratteristica solida e archetipica del maranza meneghino.
Copriti con la seta prima che arrivi la pioggia.
Nell’erboristeria Yong Xu nei pressi di Piazzale Baiamonti si respira quell’aria mistica e raccolta, a metà strada tra stanza segreta delle pozioni e confessionale esotico. Spesso i mix di erbe acquistabili non sono puramente curativi, ma hanno una certa potenza di mantenimento, di conservazione; detta altrimenti: “Copriti con la seta prima che arrivi la pioggia”. È una filosofia corporea lontana dalla nostra, che cura spirito e anima con costanza nel tempo, finalizzata a impedire o perlomeno attardare l’arrivo di quel momento fatale di crollo verso cui tutti noi incorriamo inconsciamente. Come quelle mattine in cui la nostra faccia si riflette nello specchio con la violenza di un crash autostradale, arriva l’epifania del cadere a pezzi e si deve correre ai ripari alla bell’e meglio.
Altre mecche della medicina cinese curativa e preventiva si snodano per tutta la via, come Kang Nin in Via Messina, l’erboristeria di Via Lomazzo e quella di Via Alfieri, o ancora Hua Long in via Giordano Bruno. Una rete fitta e sommersa che opera discreta e silenziosa, una breccia che s’affaccia su stili di vita a noi lontanissimi. La tradizione cinese è scienza storica: il corpo umano è assimilato dalla medicina del Sol Levante a uno Stato, come vero e proprio un organismo sociale. Non un assemblaggio meccanico di parti, bensì un universo in miniatura. Non a caso la simbologia usata nel dialogo dell’Imperatore Giallo con il suo consigliere (il testo fondamentale della medicina cinese) è la stessa usata per descrivere l‘Impero. Lo stupore rinnovato del corpo abitato e che abita.