„Make love drink war“ si legge a chiare lettere al neon appena varcata la soglia di questo nuovo nato della famiglia Pavé, sì le celebri pasticcerie di Milano. Questa volta però i tre giovani soci (leggi qui l’intervista) non puntano su cornetti, gelati e caffè, ma sul sacrosanto binomio – un po‘ yankee – birra e hot dog. Un amore a prima vista quello con le birre artigianali del Birrificio WAR (we are rising), strateghi del luppolo e sacerdoti della spina che roterà con 12 prodotti diversi di volta in volta. Dalle IPA, Pale, Pils, Amber Ale e altri portenti del Signore da accompagnare con il cibo più pornografico di sempre: l’hot dog, farciti con crauti, cheddar, bacon, fagioli e strabordanti salse di ogni tipo. Ogni morso ti fa smettere di pensare alle bollette da pagare e al surriscaldamento globale e quasi pensi che il mondo non sia un posto così cattivo dove stare.
Con la tua birra e il tuo panino ti sentiresti quasi alla finale del Super Bowl affianco a Jay-Z, invece sei in uno dei quartieri più in evoluzione di Milano, Porta Venezia, proprio di fronte al primo nato del clan Pavé in via Felice Casati. Il locale è semplice, sui toni dell’azzurro, legno chiaro, e una mega scritta „Birreria di Quartiere“, motto di vita per quello che vuole essere un punto di riferimento per chi esce dal lavoro e non vuole sbattimenti. Una birreria 2.0 che avrà sicuramente il merito di avvicinare al mondo della birra chi solitamente è estraneo a questi circuiti, e chi invece non ama frequentare i British o Irish pub e non sa dove andare. Sulla scia delle moderne urban brewery nate a Brooklyn, Pavé Birra ha quel sottile tocco hipster che oggi si preferisce definire normcore: liberazione da fronzoli e libertà nell’essere semplice e per questo autentico.
Martina Di Iorio