L’ospitalità a 5 stelle al Mandarin è una missione: nonostante sia palese che nessuno di noi possa permettersi una notte qui, sia già tardi e ci presentiamo in combriccola, veniamo accolti e accompagnati al tavolo da un numero spropositato di caposala, hostess e cameriere con una gentilezza a tratti persino troppo eccessiva. Possiamo scegliere tra il bellissimo bancone interno, la lounge o la corte „da mille e una notte“: optiamo per quest’ultima perché vogliamo fumare.
L’apertura del Mandarin Hotel è stata una delle notizie più attese del 2015 e i clienti non mancano di certo: si tratta di ospiti dell’albergo, milanesi bene e curiosi. Sono tutti belli, ricchi e vestiti bene.
Il menu ci piace, ci sono i cocktail classici, quelli rivisitati e un’ottima selezione di distillati e amari, anche italiani: non resistiamo al richiamo dell’Upside Martini, un martini cocktail servito… al contrario; la coppa infatti è rovesciata e adagiata su un portabicchieri inclinato. Divertente a vedersi, ma il fatto di doverlo bere con una cannuccia non gli rende giustizia, soprattutto una cannuccia di plastica: una di acciaio sarebbe stata molto più in sintonia con l’idea, il prezzo e pure l’ambiente (anche se, come ci ha raccontato l’ex bar manager Mattia Pastori in questa intervista, si è trattato essenzialmente di un esperimento, per cui chapeau!).
Camerieri e caposala continuano a riverirci: uno di noi chiede un sigaro, non l’avesse mai fatto! Il caposala, dispiaciuto perché al momento non sono in vendita al Mandarin, torna varie volte per comunicarci gli alberghi che ha chiamato per rintracciarcelo, ma è tardi e l’unica sarebbe mandare qualcuno dello staff. Alla fine il mio amico rinuncia al sigaro, con sommo dispiacere del caposala. Continuiamo a bere (cocktail 18 €): non tutti i drink sono di nostro gusto, ma la maggior parte sì. In compenso lo staff ci chiede se vogliamo fare un altro giro perché sono quasi le 2 e c’è il last order, con la promessa che „tanto potete restare anche tutta la notte“. Per questa volta decidiamo di non approfittarne.