Parcheggiamo con facilità il pandino, speriamo nessuno ci veda visto che andremo a mangiare in un posto pettinato. Le vetrine scoprono un locale elegante, un po‘ barocco, abbonda di oro e bianco, ci portereste la mamma, la fidanzata, l’amante. Io ci vado con i miei colleghi, che sono anche un po‘ la mia famiglia. Entriamo easy ma decisi.
Sono sempre scettica quando si parla di cucina di mare. Io, che dal mare vengo, sono legata a quella cucina di pesce che parte da materie prime semplici, cotture leggere, ricette con pochi ingredienti per avere un’unica linea di sapori ben amalgamata. Mi approccio al tavolo con i due giovani al mio fianco e con lo stomaco ben predisposto iniziamo a ordinare.
Qui da Marecrudo, nomen omen, ci si può sfondare con tranquillità di cruditè di mare. Cannolicchi, ricci, ostriche, carpacci di ogni genere. Partiamo da una degustazione di piatti crudi e cotti, iniziamo a parlare di clubbing, degli anni che furono a Rimini e Riccione, uno dei nostri argomenti preferiti. Sarà che questa operazione nostalgia ci piace così tanto che non ci accorgiamo che è già arrivato il primo: paccheri con gamberoni e zafferano, che come le chiusure del Magic Monday all’Echoes del nel 2002 ci fanno ricordare le priorità della vita. Che nell’ordine sono: mangiare e bere bene, stare con le persone che ti fanno imprecare il meno possibile e avere la forza di non dimenticare i momenti importanti.
Da Marecrudo troviamo terreno fertile per far scivolare i ricordi e la nostra serata. Sarà lo Chardonnay che scorre copioso, la cena che ci sembra impeccabile e in effetti lo è, ma qui torneremo ogni volta che abbiamo voglia di stare bene.
Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2019-12-16