«Oh Simo, fanno il fritto di pesce più buono di Milano, punto e basta». Così ho detto quando sono tornato in ufficio e ora sottoscrivo. Il locale si presenta come uno di quei ristoranti di pesce che sono esplosi un po‘ ovunque a Milano negli ultimi due o tre anni, cioè: bancone del pesce appena entri, tavoli di legno alla buona, elementi decorativi semplici alle pareti, personale con maglietta blu eccetera… Con la differenza che qui il pesce è semplicemente ottimo. Abbiamo iniziato con due piatti di crudo, uno di gamberi e l’altro di scampi. Avete presente quel gusto amarognolo che regalano i crostacei? Avete presente la tenera bianca dolce consistenza dei crostacei e quel profumo di fresco che ne mangeresti a chili? Ecco, quello. Poi abbiamo esagerato perché abbiamo sia sottovalutato il nostro stomaco (un classico) che le porzioni di Zio Ninì. Infatti abbiamo ordinato un’insalata di polipo (non ai livelli delle crudità, il polipo sa essere molto più tenero e l’insalata meno bagnata… ma, comunque, buona) e poi lei, la regina incontrastata che ci ha reso felici per il resto della giornata senza alcuna pesantezza di stomaco, il piatto forte di Zio Ninì: la frittura di pesce. Quella che è da considerasi la frittura di pesce più buona di Milano, è preparata in due modi: „l’imperiale“, ovvero con anche pezzi di pesce di media taglia, e poi quella diciamo “classica”, ovvero calamari, gamberi e sardine. Se ci penso ora che ho appena mangiato, li chiamo e prenoto per stasera. Vino buono, un prosecco, e ottimo rapporto qualità/prezzo, 47€ in due con caffè. Sì, è vero, il locale è chiassoso e un filo decentrato, ma io ci torno di sicuro. Ah, sono anche molto gentili.
Articolo di Fabrizio Fedeli