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Confine

ZERO hier: se la pizza è un viaggio, qui si parte.

Kategorien Restaurants
quartiere Centro

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Confine Piazza Cardinal Massaia,
Milano

Zeitplan

  • lunedi 07:00 PM–12:00 AM
  • martedi 07:00 PM–12:00 AM
  • mercoledi 07:00 PM–12:00 AM
  • giovedi 07:00 PM–12:00 AM
  • venerdi 07:00 PM–12:00 AM
  • sabato 07:00 PM–12:00 AM
  • domenica chiuso

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Da Confine non si prenota “per mangiare una pizza”. Si entra in un rituale. Un percorso a tappe. Un’idea di cucina che parte da un disco di pasta e finisce chissà dove, ma sempre lontano dalla pizzeria come la conosci.

Nel cuore delle Cinque Vie, dove prima c’era una ferramenta, ora c’è un locale spoglio, minimale, che non ti distrae con luci soffuse o palette nordiche. Qui tutto è concentrato su quello che hai nel piatto e nel bicchiere. Francesco Capece, il pizzaiolo, ha portato qui una visione: la pizza come forma di ricerca, gesto tecnico, ma anche emozione. Il menu non lo scegli: lo percorri. Quattro, cinque, sei portate. Impasti diversi, consistenze, temperature, ripensamenti radicali del concetto stesso di margherita o calzone. Una margherita che cuoce due volte, una pizza di mare che non sa di gimmick ma di scoglio vero, un guscio ripieno che non è comfort ma architettura.

È pizza, ma è anche molto altro. Non perché si vergogni della pizza, ma perché ne conosce il potenziale, la libertà.

Pizzeria Confine

E poi c’è Mario Ventura, che potrebbe starti a parlare di tannini ma invece ti racconta una bottiglia come se ti stesse facendo ascoltare un pezzo soul in cuffia. Campania, champagne, macerati che odorano di terra e sudore, birre da piccoli birrifici. La cantina è un’estensione del piatto. E chi ha voglia di bere bene viene ascoltato, non giudicato.

Da Confine si mangia lentamente. Si ascolta, si prova, si sbilancia il palato. È pizza, ma è anche molto altro. Non perché si vergogni della pizza, ma perché ne conosce il potenziale, la libertà. Non c’è spettacolo, non c’è storytelling appiccicato: c’è sostanza. Una cucina pensata per chi è curioso, per chi non ha fretta, per chi crede che anche un impasto possa raccontare qualcosa.