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Veramente

ZERO hier: si sazia veramente.

Kategorien Restaurants
quartiere Moscova

Veramente

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Veramente Via Palermo, 11
Milano

Zeitplan

  • lunedi 12:00 PM–03:00 PM , 06:00 PM–11:00 PM
  • martedi 12:00 PM–03:00 PM , 06:00 PM–11:00 PM
  • mercoledi 12:00 PM–03:00 PM , 06:00 PM–11:00 PM
  • giovedi 12:00 PM–03:00 PM , 06:00 PM–11:00 PM
  • venerdi 12:00 PM–03:00 PM , 06:00 PM–11:30 PM
  • sabato 12:00 PM–03:00 PM , 06:00 PM–11:30 PM
  • domenica 12:00 PM–03:00 PM , 06:00 PM–11:00 PM

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Non so se avete mai avuto quella sensazione di entrare in un posto e pensare “ok, qui dentro mi fido”. Succede da Veramente, in via Palermo. Brera ma senza l’ansia da Brera. Moscova ma senza il chiasso di Moscova. Tavoli giusti, luci basse, odore di sugo e burro fuso. Un po’ trattoria milanese con un tocco appena accennato da bistrot della Rive Gauche. Ti siedi e capisci che è uno di quei posti che non cercano di stupirti con la forma — ti ci fanno stare bene, e basta.

Dietro Veramente ci sono nomi grossi della ristorazione milanese – quelli de Il Mannarino, Miscusi e Foorban – ma stavolta hanno alzato lo sguardo dal format per costruire qualcosa di più caldo. Tutto parla italiano, ma in una lingua aggiornata: elegante, pop, precisa. È un tributo alla cucina italiana, un’antologia del gusto nostrano.

Veramente è un posto che riporta tutto a terra, ma lo fa con stile.  Esci leggero, con il profumo del ragù ancora addosso.

Il menu è un giro d’Italia, dicevamo. “Tutta l’Italia”, direbbero a Sanremo — sì, citazione bassa, ma mi risuonava in testa, quindi eccola droppata. Apro il menù e leggo una lista di piatti che sanno, anzi vogliono, essere goduriosi: parmigiana di melanzane, pici al ragù mantecati al tavolo, linguine alle vongole, saltimbocca alla romana, fiorentina. Poi le variazioni intelligenti, tipo l’arancina alla milanese con ossobuco e gremolada, un’idea ironica che riesce pure a essere buona.
Salivazione pericolosa, perché qui tutto è studiato per piacere: non è “food porn”, è precisione nella semplicità, come un colpo di fucile di un bracconiere esperto.

Servizio sciolto, zero atteggiamenti. Con il cameriere ci palleggiamo un paio di battute e mi sento davvero a casa. Vini solo italiani — più di duecento etichette — e una carta cocktail senza fronzoli, fatta per accompagnare, non distrarre.

Intanto, sotto ai miei piedi – al piano interrato –, c’è una sala vinili dove si può cenare ascoltando musica anni 60,70,80 tra pareti di dischi e luce soffusa. Un tuffo in un passato rassicurante, anche nei suoni.

Veramente è un posto che riporta tutto a terra, ma lo fa con stile. Ti ricorda che la semplicità, se fatta bene, non è mai banale. Esci leggero – forse leggero è una parola grossa – con il profumo del ragù ancora addosso e quella frase che ti viene spontanea: “stasera ho mangiato proprio bene”. Veramente.