«Va bene. Ci vediamo e andiamo a pranzo. Ma il posto lo scegli tu». PANICO. Mille „pare“. Gli propongo di andare a mangiare in un posto brutto dove si mangia bene oppure si va al mio libro-bar preferito? Ma no, dai, lo invito da me che magari si quaglia anche. No – deciso – buona la prima: lo porto nel posto brutto dove si mangia bene. Ma dalla regia mi suggeriscono: «A cinque minuti da Milano c’è un ristorante bellissimo. Alta cucina e tranquillità. È a Chiaravalle, lì il tempo si ferma. E poi è in una locanda, finisce che prendi una stanza e non torni più». Deciso. Si va lì e non si cambia. Confermo. Il posto è molto bello, Chiaravalle è decisamente il quartiere milanese sospeso nel tempo. Il mio lui arriva: capello Pantene e occhio azzurro un po‘ spento – ieri sera avrà fatto tardi con una delle sue squinzie, penso. Il problema è che indossa una felpa che neanche Sean Paul alle medie. Ma sorvoliamo.
Il menù business lunch della Locanda Chiaravalle propone pochi piatti fatti bene e decisamente sostanziosi. Prezzo onesto: 15€. Io opto per un secondo: roast-beef con patate al timo. Lui prende lo stesso. Bene, qualcosa in comune ce l’abbiamo: un piatto di carne. Dai che ci sta, penso. Chiacchiere, pane, acqua. Calice a 6€. La Basilicata esiste? Risate. Sigaretta. Roast-beef e un’infinità di patate. Tutto buono e all’altezza del mio appuntamento – tranne la felpa di lui, ma quello l’ho già detto.
Il patio all’esterno è molto carino, tranquillo. L’interno romantico. Se ci vai con la compagnia giusta e l’intento furbetto, il posto è perfetto. Saltiamo il dolce e andiamo al dunque. Conto neanche troppo salato per essere un’esperienza sospesa nel tempo, con una cucina alla moda così come piace ai fighetti milanesi. Il vino è tutto biologico, selezionato fra piccoli produttori. Tutto così carino che alla fine non mi ha sganciato neanche un bacio. Possibile che quando „girls just wanna have fun“ voi uomini ci portate a pranzo fuori?
Rusty