Fino a pochi anni fa Piazza Affari era un assolatissimo, rovente e deserto quadrilatero fascisteggiante, racchiuso tra la Borsa (Palazzo Mezzanotte, eretto nel 1932) e il palazzo di Emilio Lancia del 1939. Poi arriva Maurizio Cattelan che con la sua statua L.O.V.E. (Libertà-Odio-Vendetta-Eternità), nota come dito medio, con il tempismo che lo contraddistingue manda a quel paese non solo i fasci antichi, ma anche quelli contemporanei della finanza (la statua è del 2010, quando la crisi era ormai apparsa in tutto il suo splendore e anche i più increduli avevano capito che questo ordine globale aveva poco a che spartire con la libertà). Le vene rigonfie della mano mozzata hanno conferito alla piazza una nuova allure mondana, attirando spettacoli, design, proiezioni, parate e turisti in un luogo dal fascino spettrale.
LUCIA TOZZI