Quando a inizio febbraio l’ICA – International Commission for Acoustics, supportata dall’UNESCO, inaugurava (con tanto di cerimonia a Washington e vari eventi, anche in Italia) l’Anno Internazionale del Suono, non poteva ancora immaginare che il 2020 sarebbe stato, per gran parte, un anno senza suoni… almeno senza suoni dal vivo. Paradossi e formalità a parte, in un anno forzatamente silenzioso per quanto riguarda la musica dal vivo e ormai dentro un’estate che si preannuncia quasi totalmente senza festival, l’auspicio è che questi mesi in cui le restrizioni di sicurezza rendono perlopiù insostenibile la produzione di eventi di medie e grandi dimensioni servano per riflettere su nuove e più efficaci sinergie che riposizionino la produzione artistica al centro di un discorso che è culturale, ma anche economico e sociale, e che coinvolge diversi attori – dalle istituzioni al pubblico, passando per chi gli eventi li organizza e produce. Un anno di passaggio, il 2020, in cui già varie realtà con forti legami col proprio territorio e la propria comunità stanno immaginando forme nuove o rinnovate per tenere in vita la circolazione di suoni e idee, la propria attività e le proprie connessioni col pubblico.
È questo il caso di Electropark, il festival di ricerca elettronica con base a Genova (e con vari spin off anche a Milano come Electropark Exchanges), che in questo periodo „unisce i puntini“ tra la necessità di non restare fermi ma continuare a dialogare con la propria community (magari espandendola), la vocazione alla valorizzazione e connessione con il proprio territorio, un immaginario a misura umana, della persona e del contesto sociale e, infine, la ricerca sonora – perfettamente in linea con l’orizzonte di un’iniziativa come quella promossa dall’ICA in tutto il mondo. E quindi: nell’Anno Internazionale del Suono 2020, nonché anno del lockdown, Electropark lancia il progetto „2020 Italian PhonoMap“, una chiamata nazionale per disegnare una mappatura sonora dei luoghi del nostro tempo, aperta e condivisa, rivolta a musicisti, sound designer, soundscapist, field recordist ma anche appassionati che vogliano contribuire al progetto tramite la personale cattura di un suono ambientale indoor o outdoor.
Così gli organizzatori introducono la Call2Action per questa grande collezione di field recording, attiva fino al 31 luglio:
«In un’epoca frenetica e di scoperta in cui l’immagine risulta essere il formato percettivo primario, il suono assume un valore riparatore e diventa ideale occasione di riflessione per un immaginario più a misura umana, della persona e del contesto sociale. Approfittando di questo momento, vogliamo catturare le percezioni e le emozioni attraverso un’esperienza d’ascolto collettiva del paesaggio sonoro per divulgare una pratica esperienziale unica e insostituibile, individuale e collettiva. Ti chiediamo di raccontarci il suono della tua posizione. Dentro casa, hai notato qualche suono curioso, mai ascoltato prima? Oppure hai trovato qualche suono significativo una volta fuori dalle mura domestiche? Hai colto nuovi scenari sonori che potrebbero comporre una particolare sinfonia? Prendi il tuo smartphone, registra il tuo suono e invia la tua opera!»
QUI il form di partecipazione con tutte le indicazioni relative ai formati e le tempistiche della call. E poi, a partire da luglio, le opere verranno inserite in una libreria e una mappa dei suoni provenienti da ogni angolo d’Italia, entrambe accessibili online.