Dopo lo spin-off marittimo di TRANSATLANTICA a Genova, Jazz:Re:Found torna nella roccaforte bucolica di Cella Monte nel cuore del Monferrato, continuando la sua esplorazione ai confini della black music e della club culture, alla ricerca di un punto di incontro tra pop e avanguardia, virtuosismo e dancefloor.
È intimo e per questo coinvolgente, sul pezzo ma anche „fuori dal tempo“.
Aggirandovi tra le vie del borgo nell’arco del primo weekend di settembre, passerete dal main stage immerso nel verde alle piazzette storiche, dai tradizionali infernotti della zona (cantinette naturali dove conservare l’ottimo vino locale) al moderno eco-museo, fino alla terrazza dove godere degli altrettanto tipici tramonti mozzafiato che incorniciano vigneti e campi di girasoli. E il melting pot musicale si mescolerà perfettamente alla tavolozza di colori del paesaggio, grazie ad artisti internazionali e talenti nostrani, big band e beatmaker, old school e giovanissimi.
Hype giustificato per la prima volta in Italia della coppia Domi e JD Beck, enfant prodige e next big thing del nu-jazz più stravagante e imprevedibile, sulla scia di Louis Cole. Vibe psichedeliche ed esotiche per Quantic e The Mauskovic Dance Band: entrambi, a modo loro, recuperano e rielaborano la grande tradizione afro-latina, offrendo un’esperienza tribale e febbrile. Anche la polistrumentista Emma-Jean Thackray ha un approccio al jazz spirituale e mistico che ricorda gli ensemble degli anni settanta ma con un tocco contemporaneo e quel tocco indie à la Kamasi Washington, mentre la pianista polacca Hania Rani ci traghetta verso altri lidi col suo flusso minimalista.
Gli Azymuth arrivano davvero dagli anni Settanta: nome di culto della fusion brasiliana, sapranno dialogare e stare al passo con la nuova scuola? Lo stesso discorso transgenerazionale vale anche dietro alla consolle, laddove beatmaker rampanti come Alfa Mist e Onra incroceranno in line up mostri sacri come Louie Vega e Moodymann. Non mancano gli artisti di casa: dalle selezioni eleganti di Manu & Passenger o Raffaele Costantino, ai redividi Casino Royale (che con l’ultimo disco „Polaris“ colpiscono duro con un sound dark e apocalittico), passando per l’electro pop chic quanto conturbante di Ditonellapiaga.
Oggi va di moda dire „boutique festival“ ma Jazz:Re:Found se n’è sempre abbastanza fregato della mode: è un’oasi di fruizione e condivisione musicale realmente „slow„, con un mood curato quanto ricercato. È intimo, e proprio per questo coinvolgente, sul pezzo ma anche „fuori dal tempo“, un posto dove respirare l’atmosfera bucolica e ruspante di una zona del Piemonte „figa ma non fighetta“. È anche e soprattutto un ambizioso affresco di generi e sottogeneri, storie e stili, echi dal passato e visioni futuribili, tradizione e ricerca: tante suggestioni che si contaminano e confondono, come in un gioco fantasy dalle infinite espansioni. Perché alla fine questo è un festival un po‘ nerd. Ma ha anche dei difetti.