Quando un gruppo si trova faccia a faccia con un anniversario c’è sempre il rischio che eventuali presentazioni dell’evento risultino ridondanti o che le interviste cadano in noiosi cliché. Il 20 maggio i Brokenspeakers torneranno insieme sul palco per festeggiare insieme alla “scena romana” la doppia cifra di candeline dal proprio debutto: in questo periodo parecchia acqua è passata sotto i ponti capitolini dell’hip hop e l’occasione è perfetta per evitare il solito format dell’intervista nostalgica e farci raccontare la scena attraverso dieci di pezzi che hanno segnato questi due lustri di Brokenspeakers e dell’hip hop romano in generale. Tra gusti personali, scelte difficili e pietre miliari che non potevano mancare, Lucci ci porta a conoscere alcuni dei pezzi chiave della più recente „Roma doppia H„. In rigoroso ordine cronologico e con le scelte “di casa” (ovvero i pezzi targati in qualche modo Brokenspeakers) come dulcis in fundo, andiamo a conoscere gli ascolti che hanno rotto parecchie casse e auricolari con la loro heavy rotation. L’appuntamento, poi, è sabato 20 maggio al Villaggio Globale alle ore 22: «Mi raccomando, puntuali che è all’aperto ed entro l’1 bisogna chiudere i live per proseguire poi coi dj set all’interno!».
COLLE DER FOMENTO – Più Forte Delle Bombe (2007)
ZERO: Partiamo da un classicone di uno dei gruppi che hanno fatto la storia del rap a Roma.
LUCCI: Considera che parliamo probabilmente del mio pezzo preferito di hip hop italiano all-time. Il Colle veniva da un lungo periodo di “silenzio” e quando è uscito con Più Forte delle Bombe l’impatto è stato notevole. Fare un pezzo ego trip così potente non è facile e qui Danno e Masito fanno sfoggio di tutta la loro tecnica. Il loro stile ha dato una carica che si stava un po’ perdendo per tutti quelli che facevano hip hop in quel periodo, anche grazie alla spinta dei loro live.
GENTE DE BORGATA – Piacere (2007)
Dall’ego trip del Colle, saltiamo a una forma abbastanza diversa di rap, con GDB che ha fatto sua una narrazione del quotidiano.
Comincio dicendo che Sparo aka Turco è uno dei miei rapper preferiti, proprio a livello di gusto personale. Poi con Gente de Borgata c’è stato un percorso condiviso, abbiamo iniziato a fare i primi live come Brokenspeakers insieme a loro, dopo averli visti per anni alle jam. Hanno cominciato ad allontanarsi dal viaggio astratto che è spesso il rap, parlando di cose che appartengono alla realtà di tutti i giorni, facendo capire che si può tranquillamente parlare di quello che succede nelle nostre vite, dalla strada al lavoro. Anche il video, girato da Nicco, lo dimostra bene, con le varie strofe rappate sul posto di lavoro da Turco, Simo e Supremo.
ER COSTA E MATT ER NERO – G.R.A. (2007)
Sempre nell’ambito della GDB Famiglia, mi ha incuriosito la scelta di G.R.A. in rappresentanza di Una Storia Italiana X…
Nonostante ci siano pezzi tecnicamente più belli, penso che G.R.A. sia quello che rappresenta di più uno dei migliori mixtape mai usciti a Roma, sia Costa che Matt stanno in una forma strepitosa su tutte le tracce. Riprendo il discorso di prima per GDB, qua si parla di Roma per come la possono vivere tutti, con questo tipo di rap hanno avvicinato all’hip hop tanti “ragazzi di periferia” che magari prima non lo sentivano vicino. E che c’è di più romano del raccordo? Ci sta tutto!
QUARTO BLOCCO – Posse Track (2010)
Dopo Costa e Matt, c’è un altro estratto da un mixtape, con Quarto Blocco.
Sì, con i ragazzi di Quarto Blocco c’è sempre stato un rapporto di stima e di amicizia, nato dai tanti live che abbiamo fatto insieme, praticamente per un periodo suonavamo sempre in abbinamento, quindi sono MC che gioco forza ti rimangono impressi, anche per tutto quello che abbiamo condiviso.
NOYZ NARCOS – M3 (2009)
Altro pezzo grosso ora. E vista la scelta del brano, ti dico che a livello personale, Noyz mi ha stupito per il salto di qualità che ha fatto con questo album.
È stata dura scegliere un pezzo di Noyz tra i tanti che si potevano mettere. Ho scelto di inserire un pezzo da Guilty e non da Verano Zombie per esempio, perché secondo me qui entra in una dimensione di vero immaginario rap, si vede anche dal video, con gli amici dietro a fare caciara, nella yard coi pezzi e così via. Parliamo di un MC che ha in un certo senso rivoluzionato alcune dinamiche dell’hip hop a Roma… E poi tutto l’album qui è prodotto da Sine, che è “uno di noi” quindi non potevo non citarlo!
BARRACRUDA feat. TURCO – L’accattone (2011)
Rieccoci con Sparo aka Turco, stavolta in collaborazione sul pezzo dei Barracruda.
Al di là dello stupendo featuring del Turco, questo pezzo è uscito in un momento sicuramente cruciale per la scena romana: è un periodo dove anche noi con Brokenspeakers eravamo molto attivi nel tenere vivo l’interesse di una scena che era un po’ in cerca di nuovi stimoli. Questo a mio avviso è uno dei pezzi più riusciti dei Barracruda e l’ho voluto inserire anche per questo.
RAPCORE – Campo Minato (2012)
Possiamo fare più o meno lo stesso discorso per Rapcore, altro gruppo emerso a inizio decennio?
Sì, ci siamo trovati spesso a condividere gli stessi ambienti seppur con stili diversi – noi magari più introspettivi, mentre i Rapcore hanno sempre puntato su uno stile più crudo e hardcore, un po’ come i Barracruda. Il fatto è che una piazza molto competitiva come quella di Roma ha bisogno di sentire “voci diverse” e il contributo di gruppi come Barracruda e Rapcore è stato sicuramente fondamentale. Anche per non appiattire l’interesse verso un certo tipo di rap “autentico” mentre magari altri stili cominciavano a farsi largo.
XTREME TEAM – Dolore nelle Rime (2012)
Prima di passare ai pezzi targati Brokenspeakers, chiudiamo con due “outsider” della scena, interessante la scelta di questa track per l’Xtreme Team.
Sì, outsider ovviamente con tutto il rispetto, diciamo che Gemitaiz e CaneSecco in quel periodo si erano creati una sorta di audience “parallela”. Questo è un pezzo che a me piace in maniera particolare, perché trovo che sia un momento in cui Gem e CaneSecco hanno raggiunto una maturità, dopo magari aver affrontato per anni tematiche un po’ più leggere, qui vanno più sull’introspettivo, tanto che ci trovo molte affinità coi nostri pezzi. Insomma, si intuiva che c’era qualità e passione, infatti basta vedere la carriera di Gem dove è arrivata adesso.
ROMANDERGROUND feat. BROKENSPEAKERS – Roma Chiama Sangue (2009)
Ed eccoci al primo pezzo che coinvolge direttamente i Brokenspeakers, qui in featuring con i Romanderground. Motivi particolari per questa scelta?
Sicuramente c’è la stima per un gruppo come Romanderground, che sono molto affini a noi e infatti la collaborazione è stata abbastanza spontanea. Per quanto riguarda la parte BS, ci sono due motivi: il primo è che la strofa di Franz spacca troppo, è una bomba! Il secondo è che qui c’è forse una delle strofe preferite tra quelle che ho scritto. È uno storytelling di un momento statico, c’è molto di quello che poi è andato nel mio album da solista, segna un momento in cui mi stavo avvicinando a un nuovo stile di scrittura.
BROKENSPEAKERS – Poco di buono (2010)
Gran finale per un pezzo che, lo ammetto, è uno dei miei preferiti della vostra produzione e sono contento che tu lo abbia inserito.
Sì, penso che questo sia uno di quei pezzi abbastanza esemplificativi di quello che può essere l’apporto dato da Brokenspeakers alla scena hip hop romana. Noi in fin dei conti ci siamo sempre rapportati alla musica parlando dei nostri problemi, quelli di gente comune che magari portava sulla traccia i problemi normali, intimi, con cui la gente può relazionarsi. Anche se guardi ad alcuni pezzi da solista di Coez, che qui fa l’hook tra le due strofe, c’è sempre una grande onestà e schiettezza di fondo. Una specie di dichiarazione di intenti per quello che è stato il suo percorso personale che lo ha portato a fare cose diverse, che spaccano lo stesso nonostante magari all’inizio qualcuno abbia storto il naso… Comunque al di là di questo, Poco di buono secondo me rappresenta bene quello che è il rap per noi: per scherzare, dico sempre che rappiamo dei “cazzi nostri” e che a volte ci “accusano” di fare il pianto greco nei testi, ma in fin dei conti io e gli altri di Brokenspeakers abbiamo sempre pensato che fosse il modo giusto, per noi, di fare musica. Inoltre, questa dimensione di normalità è una cosa che torna anche nei live, dove la gente se ne va presa bene magari proprio perché sente parlare di cose che capitano anche a loro nelle loro vite.