Nonostante i quasi 100 mila euro di riduzione rispetto al contributo dell’anno precedente da parte del MIBAC, ERT Fondazione tiene duro e inaugura senza alcuna variazione la nuova stagione 2019/2020, «orgogliosi – afferma il direttore Claudio Longhi – di essere presidio e baluardo della cultura, un teatro pubblico radicato nel territorio». Ed è, infatti, spalancando simbolicamente le porte di via Indipendenza che ripartono le attività dell’Arena del Sole: domenica 15 settembre con una visita spettacolo e sabato 21 settembre con una vera e propria festa.
Certo il colpo assestato dal Ministero a stagione ormai avviata ha fatto i suoi danni, e per correre ai ripari è stata lanciata la campagna LovERT, una „chiamata“ ad aziende, imprenditori e professionisti per dare sostegno a una progettualità culturale costruita con grande impegno e fatica.
Effetti anche questi di quel „nuovo“ che domina bulimicamente la scena e che diventa per i teatri di ERT motivo di riflessione. «Quali sono le ambiguità del nuovo? E da dove viene?», si chiede Longhi. È per questo che lo sguardo torna al ‚900, un secolo che continua ad abitarci nonostante tutto. Come, quindi, costruiamo la nostra identità originale, sullo sfondo del paesaggio che ci precede? Che lascito ci ha trasmesso il „secolo breve“?
A queste e a molte altre domande provano a rispondere i 45 diversi titoli che vanno in scena da ottobre a maggio tra Arena del Sole e Teatro delle Moline.
Una proposta articolata che si muove tra grandi nomi della scena contemporanea: Antonio Latella che torna a lavorare con ERT Fondazione e dirige la grande saga familiare de La valle dell’Eden (6-17 novembre); Constanza Macras, coreografa e regista argentina di base a Berlino, con lo spettacolo Hillbrowfication (4-5 dicembre), un grande progetto performativo con bambini e giovani provenienti da un quartiere difficile di Johannesburg; Pascal Rambert, con la nuova produzione Architecture (22-23 febbraio 2020), fresca di debutto ad Avignone; l’argentina Lola Arias che dopo il successo di Atlas des Kommunismus sarà in residenza a Bologna per realizzare un grande lavoro di teatro partecipato, Lingua Madre (26-30 maggio 2020) in occasione di Atlas of Transitions.
E ancora, tanti artisti, maestri del teatro e nuovi nomi della scena: Paolo Rumiz, voce narrante dello spettacolo musicale che apre la stagione dell’Arena, ovvero Canto per Europa. Viaggio in musica e parola alle origini dell’Occidente con la musica della European Spirit of Youth Orchestra – ESYO (11-13 ottobre); Cristina Poccardi e Nicola Zavagli con Kobane Calling On Stage (18 dicembre) tratto dal celebre racconto di Zerocalcare; il duo Angela Malfitano e Francesca Mazza con uno spettacolo del suo repertorio, Due vecchiette vanno a Nord (8 e 9 febbraio); Antonio Rezza e Flavia Mastrella che, nell’ambito di una personale dedicatagli da ERT, portano in scena a Bologna Bahamuth (14 e 15 marzo); Emma Dante con Misericordia (dal 19 al 22 marzo),
storia di tre prostitute e un ragazzo disabile da loro cresciuto dopo la morte della madre naturale, avvenuta in seguito a una violenza; Toni Servillo di ritorno in città con Eternapoli (dal 26 al 29 marzo); Alessandro Serra, che dopo il successo di Macbettu, dirige Il giardino dei ciliegi (dal 2 al 5 aprile), una rilettura dell’opera di Čechov; Pietro Babina con il suo nuovo spettacolo Alla voragine (Là dov’è l’ingresso, è anche l’uscita) (12-24 maggio).