Prima notizia: dopo cinque anni Contemporary Cluster cambia casa. Terminata l’esperienza di Palazzo Cavallerini in pieno centro storico ci si sposta verso l‘Esquilino, negli altrettanto meravigliosi (e più ampi) spazi di Palazzo Brancaccio. Seconda notizia: Contemporary Cluster cambia anche natura e si trasforma in [Collective Intelligence], in intelligenza collettiva, vale a dire in un network stabile, ma a geometrie aperte e variabili, che al suo interno vedrà coprotagoniste diverse realtà del mondo creativi e culturale di Roma, a cominciare da SPAZIO FIELD di Andrea Azzarone, il cui incontro è stato decisivo per dar vita a questo smottamento nel panorama cittadino. Il nuovo riassetto del Palazzo vedrà nascere cinque nuovi spazi: Cluster Unlimited, Africano, Apartamento, Tube e Outdoor, per raccontarveli al meglio e per delineare nel complesso questa nuova fase del progetto Contemporary Cluster, abbiamo deciso di coinvolgere direttamente i suoi due fondatori Giacomo Guidi e Giorgia Cerulli. Si parte il 23 settembre: allacciate le cinture.
Giacomo Guidi: «Quest’ultimo anno ci ha fatto capire molte cose, molte altre sono cambiate e per non precluderci nessun taglio progettuale della modalità espressiva che fa parte del concetto Cluster, avevamo il bisogno di trovare un luogo che avesse la capienza e il volume adeguato alla mole e alle qualità dei nostri progetti, nonché la quantità di pubblico che ormai riceviamo. Dopo Palazzo Cavallerini Lazzaroni non era facile trovarne uno che potesse dare un’immagine immediatamente migliorativa, per fascino e prerogative simili e che permettesse uno sviluppo superiore. La fortuna ha voluto che trovassimo all’interno di Palazzo Brancaccio un imprenditore maturo e con visione precisa, Andrea Azzarone, che aveva volontà di riqualificare SPAZIO FIELD, vale a dire il primo piano del Palazzo, ex Museo d’Arte Orientale. Ci è sembrato naturale unire i nostri spazi, mettendo in pratica con lui la volontà di creare un unico grande polo dove Contemporary Cluster potrà muoversi finalmente su un’ampiezza dimensionale tipica di un museo istituzionale. In questi anni ho capito che la cultura nutre la necessità di lavorare su più sfaccettature, tenendo conto delle tante competenze e professionalità che questa città offre. La mia volontà è quella di creare un luogo che possa essere un polo in cui far convergere le varie intelligenze, creando un ambiente equilibrato capace di dar vita a una produzione culturale energica. L’atteggiamento culturale deve saper includere le differenze e spronare la nascita di dialoghi di qualità. Roma ha sempre avuto un atteggiamento individualistico creando gruppi, movimenti e fazioni in base ai quartieri e alle zone di provenienza. Il nostro progetto vuole sradicare proprio questo sistema, mirando a una totale ampiezza di attività e modalità collaborative. Abbiamo un bisogno urgente di ritrovare e ricreare una circolarità in questa fase di ricostruzione».
Giorgia Cerulli: «Palazzo Brancaccio è l’ultimo palazzo nobiliare romano, costruito alla fine del 1800 per volontà del Principe di origine napoletana Brancaccio e di sua moglie, l’ereditiera americana Mary Field. Inizialmente il progetto fu affidato a Gaetano Koch, ma fu poi proseguito da Luca Carimini, architetto, scalpellino e decoratore per la parte che si sviluppa su via Merulana, e concluso poi da Rodolfo Buti. L’ingresso su Via Merulana è austero e maestoso allo stesso tempo. La facciata con il suo grande portale a tre ingressi si apre sul vestibolo con colonne di granito, che anticipa il ninfeo e il grande giardino progettati da Francesco Gai nei primi del Novecento. Sono sempre stata attratta da questo palazzo e ogni tanto mi perdevo per i saloni dell’ex Museo d’Arte Orientale, ospitato al primo piano dagli anni Cinquanta fino a primi Duemila. Mi sembra un sogno adesso poter ripensare e progettare allestimenti in quelle stesse sale, mixando design storico e contemporaneo, creando un’alchimia tra il contenitore e il contenuto. Il nostro progetto prevede anche la riapertura di due spazi inediti del Palazzo, di grandissimo fascino: la galleria al piano terra nello spazio che era dedicato all’archivio del Museo d’Arte Orientale, in particolare ai reperti della parte africana (denominato infatti Africano), 400 mq di spazi espositivi con grandi porte finestre che aprono sul parco, dove il contatto con l’esterno crea un’atmosfera surreale e onirica; e l’appartamento che ospitava la direzione del Museo, un appartamento di 600 mq, un susseguirsi di stanze, che interpretano un percorso senza tempo dove viene espresso e valorizzato il concetto domestico dell’abitare, tramite un racconto corale di collezione di design storico e contemporaneo».
GG e GC: «Il sodalizio con Andrea Azzarone ha permesso a Cluster di sviluppare il progetto Unlimited, uno spazio dedicato a produzioni culturali nelle sale di SPAZIO FIELD, gestito da Andrea, che ha deciso di salvaguardare l’orientamento artistico dello spazio ospitando coproduzioni insieme a Contemporary Cluster, parallelamente alle attività in collaborazione con i partner: lecture, workshop, unplugged, tavole rotonde, presentazioni di libri e riviste, senza dimenticare la nuova area lounge con ristorazione di alto profilo. Cluster Unlimited permetterà di realizzare mostre che sfideranno molto la modalità visiva dei volumi tipici di un museo, creando inoltre esposizioni in dialogo con la collezione storica del Museo, in un confronto tra arti e temporalità. A questo spazio si lega anche il progetto Outdoor: un nuovo ciclo di attività ed eventi, come wave, capsule di festival cinematografici e sonori, immersi nel ninfeo del Palazzo. L’Africano è il luogo dove Cluster proseguirà il suo approccio ai progetti espositivi, attraverso la ricerca di una totalità del contemporaneo, mostrata attraverso le sue multiforme declinazioni. Qui avrà dimora la produzione dei progetti che ci caratterizzano sull’aspetto curatoriale, andando a miscelare forme creative e linguaggi diversi. Sarà anche la sede di Edicola 518, in una maestosa libreria originale del 1800, e del nostro Caffè Specialty fornito da Faro. A introdurre il pubblico alla sperimentazione artistica di Cluster sarà il Tube, il lungo corridoio dal potere evocativo dedicato all’arte digitale capace di regalare un’esperienza sensoriale allo spettatore, arricchendo il suo passaggio di linguaggi contemporanei, a cura dello studio creativo Visioni Parallele. Apartamento è invece lo spazio dedicato all’esposizione di grandi brand di design, storici e contemporanei, creando polarità creative e divenendo un’occasione per riflettere sull’esercizio dell’abitare. In Apartamento è previsto anche uno spazio per la residenza d’artista chiamato Cluster Atelier e le hub progettuali delle realtà coinvolte nel progetto di [Collective Intelligence], tra cui Visioni Parallele, Drago Publisher, Numero Cromatico, Live Cinema Festival e Ginnika. Altre realtà coinvolte e fondamentali per il progetto sono Perimetro, Purple Brain, Tmag, ZERO, MINTLIST, Dam, Laba, Legacy Academy of Tattooing, Stride e Bludiprussia».