L’idea alla base è quella di portare la campagna in città. O meglio. Portare i milanesi a scoprire il mondo del vino da un altro punto di vista: quello della produzione. Tutti bravi a ordinare vini naturali, biologici, a km zero, ma poi il vino come si fa? Cantina Urbana ha l’obiettivo di accorciare le distanze, sviluppando a due passi dai Navigli (via Ascanio Sforza 87) una vera e propria cantina dove il vino non solo si beve e si compra, ma si produce.
Come funziona: Cantina Urbana compra le uve appena vendemmiate, tramite camion frigo, che vengono vinificate nel sito milanese con un processo tradizionale. In seguito, il vino viene venduto fresco, sfuso o in bottiglia, oppure affinato in acciaio, legno usato o terracotta, e successivamente venduto. La filosofia di base è quella di creare un vino artigianale, con pochi solfiti e pochi interventi, espressione del territorio circostante. Ci saranno infatti tre vini sfusi (rosso, bianco e rosato), e una linea di vino imbottigliato. Il primo vino di Cantina Urbana verrà fatto con uve Croatina e Barbera dell’Oltrepò Pavese e si chiamerà Naviglio Rosso, interamente prodotto in città. Verranno anche vendute bottiglie provenienti da altri produttori, selezionate con gli stessi principi che muovono Cantina Urbana.
Cantina Urbana parla in primis di territorialità, ossia quel legame indissolubile che lega il vino al territorio in cui si produce, utilizzando innanzitutto uve delle zone vitivinicole più vicine – come quelle dell’Oltrepò Pavese. Verranno selezionate anche uve più distanti, da Piemonte, Veneto e Toscana, e forse qui il legame indissolubile e differenziante potrebbe venire meno. Perché se è vero che le tecniche enologiche possono essere replicate ovunque, è anche da aggiungere che ogni territorio ha una tradizione, storia e metodi produttivi che la caratterizzano e distinguono. Rendendo il vino non un ricetta, ma un prodotto culturale. Speriamo che Cantina Urbana sia fedele alla storia di questi grandi terroir.
Milano, a guardar bene, non è digiuna di storie come questa. La città si è sempre intersecata con il mondo del vino e della vigna, anche se in modi differenti. Si pensi a la Vigna di Leonardo Da Vinci che aveva le sue radici proprio a Milano, nel quartiere di Porta Vercellina in zona San Vittore. Fu un vigneto datogli in donazione da Ludovico il Moro dopo avergli assegnato l’incarico di dipingere l’Ultima Cena, e ancora oggi porta il suo nome. Nessuno produceva vino, Leonardo la curava personalmente ogni giorno. E conoscete il vino di San Colombano? Un vino storico e semi sconosiuto che però vanta il titolo di vin de Milan, la cui origine si fa risalire intorno all’anno Mille ed è certificata da un documento del 19 novembre 1371 di Galeazzo Visconti. Leggete qui la sua curiosa storia.
Vino e Milano tornano a intersecarsi con questo progetto che prende il via il 10 ottobre. Partiranno anche una serie di appuntamenti: il 12 ottobre, a partire dalle ore 19.00, andrà in scena il “numero zero” del format WTF (Wine Tasting Friends), che punta a diventare un appuntamento settimanale fisso. A disposizione degli ospiti ci saranno 4 aree Tasting per poter assaggiare tutta l’offerta vinicola della cantina divisa per categorie con la possibilità di assistere anche all’imbottigliamento dal vivo (dalle 19.00 alle 20.30).