Attraversando l’Eur lungo la Colombo, arriva sempre quel momento in cui l’occhio – a destra o a sinistra, a seconda del senso di marcia – incontra il nitore geometrico, quasi accecante, del Palazzo dei Congressi. Per chi ha vissuto la meraviglia di Dissonanze questo incrocio di sguardi è sempre fatale e non esiste volta che non ci sia un sussulto nella scatola dei ricordi e si vada a ripescare tutta la musica ascoltata e ballata nel salone e nella terrazza dell’edificio progettato da Adalberto Libera.
D’altra parte, il Palazzo dei Congressi arrivò quando Dissonanze era già „grande“ e camminava, anzi, correva, con le sue gambe. La sua carta d’identità, infatti, come anno di nascita segna il 2000, con primi vagiti emessi in altri e più piccoli spazi della città, anche se la visione alta di Giorgio Mortari, ideatore e direttore artistico della rassegna prematuramente scomparso nel 2011, era già perfettamente leggibile.
Il venticinquennale sarà l’occasione per celebrare sia un momento storico in cui arti digitali e musica elettronica avevano fame di futuro e occupavano in maniera dirompente qualsiasi palco o palinsesto musicale, sia il festival che ha cercato di portare a Roma questa energia, mettendo in campo artisti mai scontati. Ancora musica, ancora per due giorni: appuntamento il 20 e 21 settembre all’Auditorium.
Line-up e biglietti a partire da lunedì 19 maggio.