«E.P.ART è un progetto collettivo ispirato alla Convenzione di Faro. In quanto tale prevede la partecipazione a tutti le fasi progettuali della comunità locale, in modo che sia essa a curare la salvaguardia, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale del territorio». Parole di Claudio Gnessi, presidente dell‘Ecomuseo Casilino, realtà interessantissima del quadrante Est di Roma, che da anni promuove un’idea diffusa e „vivente“ di tutela e racconto del territorio.
I due lavori di Tellas infatti arrivano non solo grazie a un percorso partecipato di selezione che ha coinvolti gli abitanti di Villa Gordiani e la galleria Wunderkammern, con sede nella vicina Torpignattara, ma anche dopo diverse visite guidate in cui gli stessi abitanti hanno potuto narrare e far visitare il proprio territorio in prima persona. Tutela, promozione e (auto)consapevolezza quindi. Le opere hanno come tema il „margine“, essendo la zona di Villa Gordiani sospesa tra Centocelle e diverse aree verdi, alcune di esse all’interno di un patrimonio riconosciuto e protetto, altre invece ancora da recuperare.
In questi giorni di lavorazione abbiamo parlato direttamente con Tellas di questo progetto e questo è quello che ci ha raccontato: «Le persone che abitano il quartiere di Villa Gordiani sono state molto presenti durante tutta la durata dei lavori, e questo ha permesso un dialogo continuo tra noi che ci lavoravamo, l’opera che pian piano si costruiva e gli abitanti stessi. Le persone si fermano, spendono del tempo, si pongono domande, interpretano. Questo è secondo me uno dei punti chiave di un lavoro di arte pubblica come il muralismo: l’interazione con gli abitanti del posto. L’opera fa parte di una serie di nuovi lavori chiamata “Mimesi”, dove la composizione che creo cerco di legarla e farla dialogare col lo spazio circostante, campionando elementi del posto, oltre che la palette colori. In questo caso ho voluto mettere in relazione piante provenienti dall’ erbario romano, i monumenti e il parco di Villa Gordiani.
Ho abitato per cinque anni a Roma, ma in zone abbastanza lontane da questa, per cui, nonostante la mia curiosità su questa città, conoscevo molto poco Villa Gordiani. Roma è una città immensa, ogni quartiere ha la sua storia, e in alcuni aspetti si differenzia l’uno dall’altro. Per me lavorare in questi quartieri più popolari, come l’anno scorso a Torpignattara per il progetto “Herbarium”, è sempre una grande occasione per poter scoprire, interagire e in qualche modo poi, grazie a un opera, entrare a far parte di una comunità. Per questo ringrazio Wunderkammern e Ecomuseo Casilino, che da anni fanno un grande lavoro in questo quadrante di Roma».