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Futuro Fantastico: il programma del primo atto di Santarcangelo Festival 2050

Geschrieben von Salvatore Papa il 30 Juni 2020

Foto di Daniele Mantovani - Teatro Ferrara Off Maggio 2017

Quando a fine aprile i Motus decisero di proseguire con l’organizzazione del cinquantennale di Santarcangelo Festival, quella scelta non era affatto scontata. È giusto ricordare che anche se i protocolli attuali (max 1000 persone all’aperto, 200 al chiuso, 1 metro di distanza interpersonale ecc.) in certi casi potrebbero riproporre una vaga „normalità“, le prospettive due mesi fa erano tutt’altro che rosee e, non a caso, sono stati moltissimi i festival a spostarsi nel 2021. Eppure un segnale di speranza bisognava lanciarlo: “Ora come non mai – scrivevano in pieno lockdwon invitando a ripensare collettivamente il festival in un Dream Suq, – dobbiamo uscire dallo spazio domestico del nostro cranio, evitare il solipsismo e sperimentarci nel praticare forme altre di comunicazione (come stiamo già facendo internamente al team del festival), invitando una comunità più ampia a sognare insieme… magari in vista di un nuovo risveglio a luglio? Magari con un esito nella piazza di nuovo popolata?”

E alla fine il festival eccolo qua. Sarà certamente un‘edizione d’emergenza, dilatata in tre atti tra luglio 2020 e luglio 2021, ma il Futuro Fantastico – titolo del primo atto – al quale assisteremo dal 15 al 19 di luglio 2020 (anche in diretta o differita sul canale 118 della Regione o su www.emiliaromagnacreativa.it e lepida.tv) sarà anche una grande occasione per testare nuovi formati e relazioni nel mutato contesto impostoci dalla pandemia. Più che mai lo spazio pubblico, le piazze (Parco Baden-Powell, Piazza Ganganelli, Piazza Galassi, Sferisterio ecc.), saranno l’essenza di quel rito comunitario che non è „un orpello o lusso o puro intrattenimento“, ma „produce ossigeno, e accende fuochi immaginativi ed emozionali, è catartico e costruttivo“.

Chiaramente quasi tutti gli artisti presenti saranno italiani, ma se da un lato quest’aspetto toglie respiro alla ricerca delle novità, dall’altro offre un quadro molto interessante di quella che è oggi la scena nazionale ed emiliano-romagnola che ruota attorno al contemporaneo tra teatro, danza, cinema e performing arts. Chi poteva farlo meglio di Santarcangelo?

I temi affrontati sono come sempre di grande attualità: il razzismo e la questione degli oppressi sono portati in scena da L’Abisso, racconto di e con Davide Enia sulla tragedia degli sbarchi sulle coste del Mediterraneo – durante il festival sarà tra l’altro attiva una raccolta fondi a favore di Mediterranea Saving Humans -, Black Dick di e con Alessandro Berti, che ripercorre la storia e l’uso strumentale del corpo degli afroamericani da parte della società bianca e I sommersi e i salvati, della compagnia Fanny & Alexander.

Alessandro Berti – Bugie Bianche. Foto di Daniela Neri

La comunità locale sarà come sempre parte attiva dell’evento grazie ad alcuni progetti partecipativi come Family Affair di ZimmerFrei, che indaga cosa è accaduto in sei famiglie nel periodo post- lockdown, Lezioni sul corpo politico e la cura della distanza, un workshop creato ad hoc da Virgilio Sieni sulle forme della trasmissione, della partecipazione e della visione, Be Water My Friends, workshop di Mara Oscar Cassiani sui balli di gruppo, Il trattamento delle onde di Claudia Castellucci / Societas – premiata da poco con il Leone d’argento alla Biennale Danza 2020 -, un insegnamento per una nuova disciplina sportiva per bambine e bambini tra 8 e 12 anni di età, seguìto da un “ballo dato pubblicamente” e gli interventi a sorpresa dell’immancabile non-scuola del Teatro delle Albe.

Tra i debutti ci saranno, invece, il concerto di motori Anubi III di Zapruder nell’area della campana (per accedere allo spettacolo è necessario avere una motocicletta/scooter o un’automobile), una versione site-specific di Energheia della coreografa e danzatrice Paola Bianchi, Quotidianacom, alias Roberto Scappin e Paola Vannoni conTabù, La Mappa del Cuore di Lea Melandri di Ateliersi che affronta il tema dell’identità e del genere e la nuova creazione della romana Giorgina Pi,Tiresias.

Sarà presente fisicamente anche una produzione d’oltre confine – che di questi tempi è una notizia: Sorry but I feel slightly disidentified…, assolo-duello sul tema dell’identità e degli stereotipi razziali interpretato da Cherish Menzo, performer olandese di ascendenza surinamese con la regia di Benjamin Kahn.

Benjamin Kahn _ Cherish Menzo. Foto di Bas de Brouwer

E molti, com’era prevedibile, opereranno a distanza: El Conde de Torrefiel con la performance per due persone alla volta nel Lavatorio ​Se respira en el jardín como en un bosque, Simon Senn con una conferenza-spettacolo dedicata al suo Be Arielle FRiccardo Benassi con il book e-launch di Morestalgia, progetto presentato nella stazione dell’Alta Velocità di Bologna durante Arte Fiera, più tutti quelli che si collegheranno per prendere parte a una serie di incontri pubblici previsti nel primo pomeriggio presso Il cortile di Camilla.

Per garantire il giusto distanziamento, i concerti quest’anno si spostano allo Sferisterio con un mini festival a cura di Nicolò Fiori dal titolo Bisonte, dall’omonima canzone dei Camillas a cui la rassegna è dedicata in memoria di Mirko Bertuccioli, vittima del Coronavirus.

QUI IL PROGRAMMA COMPLETO