Quando si pensa a un festival solitamente ci si ferma solo alla line up e non ci si chiede mai come e perchè un artista sia arrivato a suonare là. E se nei festival giganteschi, alle volte, neanche i direttori artistici sanno
perché il musicista x sia finito sul loro palco, in quelli piccoli ogni scelta è mirata e studiata ed è ancora più interessante conoscere il tragitto che da un ascolto porta poi a un’esibizione live. Il Dancity fa parte di questa seconda categoria, pertanto abbiamo deciso di interpellare il direttore artistico, Giampiero Stramaccia, chiedendogli il suo parere sui live che vedremo in questo 2017, facendoci anche consigliare un brano (o un set) per arrivare preparati sotto palco. Appuntamento a Foligno dal 30 giugno al 2 luglio.
Romans
La nostra carrellata di artisti la vogliamo aprire con coloro che interpretano alla perfezione la nostra filiosofia e politica di azione come Dancity Festival. Qui una citazione di una recente intervista per XLR8R di Tin Man e Gunnar Haslam aka Romans (che vi consigliamo di leggere per intero): «La musica viene presentata attraverso la lente di pagine social affamate di „clic“ e „mi piace“, utilizzate per costruire il brand di dj, promoter, club e mezzi di comunicazione allo stesso modo, tutti apparentemente indifferenti al contenuto effettivo della musica che sta alla base l’intero sistema. Che il Capitalismo sia una parte così dilagante della musica dance non è una sorpresa, ma così si va nella direzione opposta agli obiettivi di inclusività socialmente liberali, a causa dell’aumento dei prezzi di ingresso e dei dischi».
Bernardino Femminielli
Lui è il classico artista da Dancity Festival, quello semi-sconosciuto, più sconosciuto degli altri semi-sconosciuti che presenteremo quest’anno. Ma sono questi artisti che fanno la differenza, che riescono a creare l’empatia e la sensazione di scoperta da parte del pubblico. Si esibirà, con la sua performance disco-fetish, nella Rec Room del Serendipity: è in questi momenti, in cui il sudore dell’artista si mischia con quello del pubblico, che accade la magia.
Marie Davidson
Esprimere sensualità con l’elettronica è un dono per pochi. Marie Davidson usa le macchine come medium per trasmettere tutte le sue emozioni.
Señor Coconut/Atom tm
Non è blasfemia paragonare la sua influenza musicale degli ultimi 30 anni a quella di Aphex Twin. Forse ha perso meno tempo a vendersi, ma più per costruire e lasciare un’immensa e variegata eredità. Siamo felicissimi di ospitarlo con due act, sabato con la sua anima techno e domenica con il suo divertente, ironico e di altissimo impatto comunicativo progetto con la band cilena Señor Coconut.
Craig Leon
Lo rincorriamo da due anni, da quando nel 2015 dovette cancellare il concerto per problemi personali. L’Auditorium S. Domenico, un’ex chiesa del Tredicesimo Secolo, è la cassa di risonanza perfetta per amplificare la bellezza della sua performance „Nommos“, insieme al complesso di archi Dancity Strings Quartet.
A Certain Ratio
Tony Wilson, fondatore della Factory e dell’Hacienda, li ha paragonati ai Joy Division, ma vestiti meglio. E‘ stato il primo act confermato al Festival. Solo il fatto di immaginare che abbiano condiviso tantissime volte il palco con i Joy Division ci fa emozionare. E, inoltre, è una delle poche band dell’epoca a tornare su un palco con la formazione quasi al completo (a parte i Rolling Stones ovviamente)
Palmbomen II
Anche l’occhio vuole la sua parte, la sua estetica esprime tutto il suo potenziale: i suoi video sono dei veri e propri cortometraggi, che sembrano usciti dal figlio di Antonioni e Lynch. Da sottolineare le sue produzioni, per etichette come RVNG Int.
Call Super
Dopo il suo bellissimo album di debutto, paragonabile ad Alcachofa di Villalobos, il nostro radar è stato sempre puntato su di lui. Del 2017 il suo mix per il Fabric – che non ci siamo ancora stufati di ascoltare, un po‘ come quelle storie di cui ami sempre ascoltare un’altra volta il racconto.
https://www.youtube.com/watch?v=IuaJ_mhG17Y
Herva
Se fosse nato a Londra di sicuro sarebbe già stato nell’Olimpo…Noi ce lo mettiamo lo stesso, perché riteniamo che sia uno degli artisti più bravi del panorama italiano. Non a caso negli ultimi tre anni ha pubblicato due album per la storica etichetta di Mike Paradinas, Planet Mu.
Hunee
Prima che svelassimo la line up ai nostri collaboratori, alle 3 di notte mi arriva un messaggio da un nostro associato che mi ha scritto: «Per la chiusura Dancity devi chiamare assolutamente Hunee»… Mi sono addormentato senza rispondergli. Il set di chiusura dei festival è sempre uno dei momenti più importanti, perché dovrebbe lasciare un ricordo indelebile e soprattutto la voglia di tornare. Competere con dj come Prins Thomas o James Holden non è cosa facile, ma siamo più che certi che il pupillo di Rush Hour, nonché uno dei dj attualmente più influenti e richiesti, sia la scelta migliore.
Blawan
Blawan è l’incarnazione della perfetta della techno contemporanea. È quel nome che ha qualcosa da dire, che usa il proprio tempo per creare, oltre che per suonare 200 giorni l’anno. La sua visione industrial della techno mantiene sempre una ritmica sospesa, in cui la cassa non è il punto di arrivo, ma il trampolino di lancio per ciò che succede intorno.
Dresvn
Viaggiano in due, fanno migliaia di km in un vecchio van pieno di strumenti, girano il mondo così. In un’epoca in cui appena sei minimamente noto inizi a chiedere business class, hotel di lusso e superalcolici introvabili prima ancora di inviare la scheda tecnica, avere il loro live acquista ancor più valore.
Gaussian Curve
Gigi Masin, Jonny Nash e Young Marco: sono loro che inaugureranno il Dancity Festival quest’anno. Per la prima volta in Italia, rappresentano una chicca per tutti gli appassionati del genere ambient.
Lamusa II
“Un ragazzo d’oro”, vincitore italiano della RBMA. Appena l’ho conosciuto ho visto che invidiava la mia età, avrebbe voluto essere giovane negli anni 80-90 come me. Stile e passione insieme, fanno di lui un promettente artista con grandi possibilità, specialmente oltre confine.
Manuel Gottsching
Incredibilmente per la prima volta in Italia, Manuel Gottsching suonerà al Dancity Festival E2-E4, il suo capolavoro immortale. Un disco che nel 1984 era fuori da ogni schema e visione. Ma veramente nessun festival italiano lo ha mai chiamato a suonare? A quanto pare sì. Il fondatore degli Ash Ra Tempel – insieme a Klaus Schulze – si esibirà in un luogo perfetto per la sua musica: l’Auditorium San Domenico. Una di quei concerti assolutamente da non perdere.
Mike Servito
Resident del Bunker New York, è uno di quei DJ che si sta affermando lentamente e inesorabilmente. Dopo averlo ascoltato al Circoloco lo scorso settembre, l’ho subito immaginato alla chiusura dell’Outdoor Stage del Serendipity. Matrice techno detroit-acid ma senza essere nostalgico. La sua musica e il suo modo di mixare sono attualissimi, con una vocazione particolare al party feeling.