Dopo questa calda, caldissima estate, Artoday torna con la sua rassegna che vi fa passare un po’ di tempo al fresco – e ovviamente è una galera metaforica, e temporanea -, quel mezzo chiamata metropolitana, dotato di aria condizionata che vi fa fare un sospiro di sollievo in questi caldi inspiegabili (o forse sì) di ottobre. Dopo la uno, la due e la tre, purtroppo a Milano non viene la quattro – non ancora almeno -, bensì la cinque! Infatti stiamo proprio parlando di quella ormai non troppo nuova creazione automatizzata elettrica risalente al 2013. La Linea M5, insieme alle sorelle M1, M2 e M3, che presto si prolungherà fino alla città di Monza, ci porta anche lei a spasso ad incontrare gli artisti che questa città ospita.
Con “Gli studio visit in metrò” Artoday vi porta a spasso per i luoghi in cui si fa la storia dell’arte. È dove vivono gli artisti, dove passano le notti in bianco e studiano, producono, lavorano portando avanti le loro ricerche. Sono case, seminterrati, vecchi edifici industriali, cortili chiusi da portoni, tutti lungo le linee della metropolitana – mal che vada con qualche passo a piedi.
M5 – Linea Lilla
Inaugurata nel 2013, nella formazione attuale dal 2015 – Anno Internazionale della Luce e delle tecnologie che da lei derivano –, la M5 ci porta in giro tra sport e cultura. I suoi capolinea si estendono da Nord a Est della città, si spostano da Bignami Parco Nord, che si affaccia Su Viale Fulvio Testi, fino a San Siro Stadio (nome originale Stadio Giuseppe Meazza), risalente al 1926. Famoso per lo più per essere utilizzato da Inter e Milan come base madre per l’attività calcistica, in realtà è conosciuto dai più per i concerti e gli artisti pazzeschi che sono passati per i suoi palchi a partire dagli ’80. Primo fra tutti il mitico Bob Marley, proprio nel 1980! E poi l’altro Bob, Dylan, e poi Springsteen, Bowie, Rolling Stones, e sappiamo benissimo che non possiamo citarli tutti se no finiamo lo spazio.
Ma qui non si va a trovare dei musicisti, ma sempre di artisti si parla! Scendendo a San Siro Ippodromo o a Segesta, dipende se siete persone da 13 minuti o da 15 minuti a piedi, in Piazza Carlo Amati 3 ci si approccia allo Studio Youkali – proprio vicino vicino a Mare Culturale Urbano, dove nel caso poi potete mettervi a fare smartworking, o a bere una birra davanti ad un concertino -, composto da Léa Dumayet, Yari Miele, Leila Mirzakhani, Dario Picariello e Fabio Roncato. Questi cinque artisti coabitano uno spazio dall’architettura modernista dove le loro pratiche, seppure molto distinte, si contaminano a vicenda. Sculture, installazioni, video, fotografie testimoniano la diversità degli approcci che danno voce alla contemporaneità.
Da Segesta muoviamo la pedina metropolitana sulla cartina di Milano di due fermate fino alla fermata Portello dove poi, raggiungendo Viale Vigliani al numero 12 troviamo la casa-studio di Giulia Maiorano. Ironia e serietà si uniscono in un linguaggio che combina l’analisi scientifica e il gioco: l’esperienza dell’essere bambino prende vita in visioni e traduzioni fantastiche o reali grazie all’uso di un immaginario animale e vegetale.
Di due in due la prossima giocata va puntata su Domodossola FN, proprio tra City Life e Parco Sempione, dove ogni estate APE Nel Parco ci delizia con i suoi aperitivi a base di musica e pizza fritta. Il punto d’interesse per proseguire con gli studio visit si trova in Via Piero della Francesca. Qui un quartetto fenomenale di soli pittori apre le sue porte al pubblico: Martina Cassatella, Filippo Cristini, Roberto De Pinto ed Emilio Gola. Uno studio in cui si vivono momenti di sospensione: tensioni e flessioni con intrecci di fili, che paiono capelli, intessuti tra mani che parlano tra loro; frammenti e personaggi storico-politici traslati su tela; uomini bagnanti del Sud con le loro carnagioni abbrustolite dal sole e il loro pelo bruno; momenti dall’animo inglese di condivisione di una realtà giovane e ludica.
Pareti piene di colore, disegni e accumuli di scarpe lasciano posto in due fermate ad un incontro particolare: scendendo alla fermata del più grande cimitero cittadino, Monumentale, all’interno proprio di quest’ultimo avviene un appuntamento eccezionale poiché si ha la possibilità di passeggiare e chiacchierare con l’artista Andrea Martinucci passando accanto ad alcuni grandissimi come Giorgio Gaber, Bruno Munari e Alda Merini. Questo approccio più meditativo, permette ad Andrea di raccontarsi e di farsi conoscere in primis come persona, conoscendo così a sua volta il suo interlocutore, fornendo poi lui la possibilità di entrare nelle proprie grazie in modo che, chi lo sa, avvenga un secondo incontro nella sua casa studio, dove quindi si potrà conoscere il lavoro e Andrea l’artista.
In chiusura di questo speciale itinerario, un altro extra si aggiunge al percorso poiché, sovvengono ai nostri radar altri studi, che purtroppo non dispongono di una fermata della metropolitana – se non tra un po’! Sulla futura M4, Linea Blu, scendendo a quella che sarà la futura “Susa”, seguendo per Via Privata Marciano numero 7, troviamo lo studio condiviso di Federico Cantale, Stefano De Paolis, Jimmy Milani, Giacomo Montanelli, William Raffredi ed Eva Vallania. Dalla punta d’argento alla scultura, dai richiami poetici alla ricerca e all’approfondimento documentaristico e iconografico, all’architettura e al design del futuro, da forme e simboli meticolosamente disposti sulla tela a personaggi enigmatici che abitano mondi geometrici e dimensioni mistiche ed ipnotiche. Uno studio in cui gli spunti sono molti e se ne può solo uscire arricchiti!
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Alla fine di questo tour – che speriamo vi incuriosisca – siete liberi di andare a casa o spingervi alla scoperta di nuove realtà e nuovi artisti. Se vi fa piacere condividere con noi la vostra ricerca e il vostro interesse, invitateci a partecipare ai vostri personali studio visit!
Se non ve la sentite di andare a citofonare a casa della gente o di entrare a gamba tesa nel salotto di qualcuno, potete fare affidamento su di noi! Scrivete in DM ad @artoday__projects e saremo noi a farvi da ponte, diversamente gli artisti sono disponibili a essere contattati attraverso i loro canali per potervi accogliere nei loro studi. Mettete alla prova tutta la vostra delicatezza ed empatia e sappiate che ci si diverte anche un sacco: non abbiate paura di fare questo passo, di lasciare un pezzo di voi all’arte e di far sì che essa ne lasci uno, o più, a voi.