Se siete fra quelli per cui „estate“ fa rima con „festival“, ma avete pure il vizio di organizzarvi una vacanza possibilmente all’estero attorno al suddetto evento musicale, be‘, siete nel posto giusto. In Italia non sono certo pochi i bei festival, ma in fondo pure in Europa non è che manchino mete che valgono una trasferta. Tra appuntamenti storici e giovani riconferme che fanno della particolarità della location o dell’attenzione alla qualità della line up il proprio punto di forza, ecco che anche nel mese di luglio non c’è che l’imbarazzo della scelta – anche perché tra festival che si spostano in avanti (Sónar, Supersonic) e altri che anticipano (A L’Arme!), questo stavolta è un mese davvero ghiotto. Di seguito e in ordine rigorosamente cronologico trovate i migliori festival di luglio in lungo e largo per il Vecchio Continente. Ah, e ci ritroviamo qui a fine mese per i migliori appuntamenti di agosto.
LOVE INTERNATIONAL (TISNO/HR, DAL 3 AL 10 LUGLIO)
Che l’epoca dei festival croati sia già finita? Il Dimensions ha già annunciato che questa sarà la sua ultima edizione e i tamburi di guerra della vicina Albania si stanno facendo sempre più rumorosi (mare ugualmente bello, costi nettamente inferiori e qualche occhio che si chiude più facilmente quando ce n’è bisogno). Finita no, ecco, però se ancora non avete mai approfittato di quello che è stato un vero paradiso per i festivalieri europei, forse è arrivato il momento di farlo. La norma è che qualsiasi evento si peschi dal mazzo risulti una carta vincente, con il Love International, però, siete sicuri di avere una mano vincente: per il mood sonoro assolutamente da spiaggia – alternanza ponderata tra relax e party – e per la line up di assoluta qualità, una di quelle in cui ci sono TUTTI quelli che ci devono essere. Spulciando nel cartellone 2019, segnaliamo Andrew Weatherall, Ben Ufo, Craig Richards, Call Super, Gatto Fritto, Fabrizio Mammarella, Vladimir Ivkovic, Ivan Smagghe, Joy Orbison, Leon Vynehall, Paranoid London, Prosumer, Young Marco, Gerd Janson, Dj Harvey, Optimo, Shanti Celeste, DMX Crew, Crazy P e ancora, ancora, ancora…
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POINTU FESTIVAL (SIX-FOURS-LES-PLAGES/FR, DAL 5 AL 7 LUGLIO)
Provenza-Alpi-Costa Azzurra, sud della Francia. Tranquille calette e ampi arenili, un porto pittoresco e un borgo che pullula di arte e storia, da un lato un Mediterraneo letteralmente cristallino e dall’altro una vegetazione rigogliosa: è qui che, come in un racconto d’altri tempi, se ne sta la cittadina Six-Fours-Les-Plages. Potrebbe essere la meta ideale per un’overdose di relax senza fare troppi chilometri dall’Italia, ma ecco che se il pacchetto „base“ per la vacanza non fosse abbastanza per convincervi, il primo weekend di luglio arriva il Pointu a stendervi definitivamente. Sull’isoletta paradisiaca di Les Iles du Gaou, alla quinta edizione (e già con un cv notevole alle spalle), il festival francese mette su una line up „variegata“ per far andare in brodo di giuggiole tutti gli indie rocker con gusto: la sempre presente quota post rock con i Mogwai ma pure l’altrettanto imprescindibile rock’n’roll a tinte psichedeliche con Fat White Family e il folk magico di Steve Gunn, le chitarre ruvidissime dei Metz, l’elettronica intelligente degli Hot Chip e poi Converge, i local hero J.C. Satan, The Twilight Sad e una manciata di altri. La notizia però ve la dobbiamo ancora dare: il festival è totalmente gratuito. Vive la France!
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LOVEBOX FESTIVAL (LONDRA/UK, 12 & 13 LUGLIO)
Il LoveBox fa ormai da anni il suo sporchissimo lavoro, e lo fa da Dio. Gunnersbury Park, West London – molto West – uno dei tanti pratoni che rendono Londra tra giugno e agosto ancora di più il centro nevralgico della musica live in Europa. Insomma, quando non sono club e hall in inverno, ci si mettono di buzzo buono d’estate con i festival a cadenza settimanale per mandarti in solluchero il cervello e in rosso il conto in banca. E se poi gli organizzatori sono dei mammasantissima quali i Groove Armada… Il cartellone parla le lingue r’n’b, hip hop, house, grime. Ingredienti per la presabene assicurata. La lista è lunghissima, per una due giorni da fuochi d’artificio. Andando in ordine sparso: Solange, Cypress Hill, Kaytranada, Solomun, Four Tet, David Rodigan, Chance The Rapper, Cupcakke, Jayda J, Kettama, Slowthai, Guy Gerber, 2 Chainz, J Hus. I Groove Armada non saranno più attivi discograficamente, ma quando si stratta di organizzare party a base di buona musica sono ancora ai vertici terracquei.
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SÓNAR (BARCELLONA/ESP, DAL 18 AL 20 LUGLIO)
Lo spostamento del Sónar in pieno luglio, contrariamente al solito giugno – per motivi indipendenti dalla volontà degli organizzatori, che il prossimo anno ripristineranno il festival nel „solito“ periodo – aveva scatenato qualche perplessità di tenuta, dopo i fuochi d’artificio della venticinquesima edizione, con annesso record di pubblico. Tra chi sicuro sentenziava “questo è l’inizio della fine” e chi sconsolato accennava «Ho già prenotato fine luglio a Viserbella, come ogni anno», il Sónar 2019 pareva partisse con un grosso handicap. Anche i promoter delle molte feste “off” di label elettroniche, prenotati gli hotel, le terrazze etc. con 16 mesi di anticipo, presi in controtempo dall’annuncio, hanno meditato sul da farsi. Il Sonar ha risposto ai dubbi con il solito pragmatismo alla catalana: una line-up di enorme livello, specchio della eterogeneità della musica odierna, dall’avant-garde all’ hip-hop, dalla bigroom techno al grime. Dentro quindi gli show di Skepta, Kaytranada e A$ap Rocky, il nuovo live set – sempre imperdibile – degli Underworld con le puntate del progetto “Drift”, una folta rappresentanza di lo-fi house da Seinfeld a Ross from Friends, Senni e il suo “Stargate”, il live di Neon Chambers (Sigha e Kangding Ray), Murlo, Four Tet, Floating Points e tante altri pesi massimi da consolle. Secondo noi il Sónar, con il pedigree e la solita, evidente, qualità dell’offerta, potrebbe anche permettersi di spostare l’edizione 2020 al giorno di Natale. Rischiando l’ennesimo sold-out.
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SUPERSONIC (BIRMINGHAM/UK, DAL 19 AL 21 LUGLIO)
«An ambitious programme of mind bending music, sense shifting art and life altering experiences». Per la sua quindicesima edizione il Supersonic si sposta in avanti di un mese (da fine giugno a fine luglio) e dà la zampata, confermando l’inclinazione a scendere negli abissi delle musiche sperimentali e alterate con un programma che pesca tra i „big“ dei suoni massicci e apocalittici. Un festival nato per appagare «le orecchie più curiose» (per citare il claim) ma pure avventurose e meno inclini a perdersi tra raduni king size e line up tutte uguali: nato nel 2003, dopo lo stop di qualche anno fa uno degli appuntamenti virtuosi del circuito di festival devoti alla sperimentazione in campo artistico e musicale è tornato a pieno regime con le notevoli edizione dei due anni passati e che anche per il 2019 propone un cartellone prelibato fatto di workshop, talk e mostre, con location fantastiche nel centro di Birmingham e una line up che difficilmente troverete altrove. Neurosis, Godflesh, The Body, Moor Mother, Jerusalem In My Heart, The Bug, Pigsx7, Hey Colossus, Anna Von Hausswolff, Mono, Dälek e vari altri, sempre connotati dalla volontà di incrociare, contaminare e spingere verso gli estremi i generi. Chi c’è stato racconta di un festival a misura d’uomo con prezzi accessibili, impianti audio che in Italia ci sogniamo, birre artigianali, mercatino con cibi homemade e location che non t’aspetti nel cuore di una città tutta da scoprire.
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BLUEDOT (JODRELL BANK OBSERVATORY-CHESHIR/UK, DAL 18 AL 21 LUGLIO)
Le prime tre edizioni sono state letteralmente un successo. Stampa e pubblico in visibilio per un festival che incrocia un’intuizione super nerd a un gusto musicale pop ma ben ponderato: Bluedot è il primo festival che ha luogo in un osservatorio spaziale, l’iconico Jodrell Bank, legato all’Università di Manchester, e insieme ai concerti e dj set, la tre giorni prevede un’immersione nel mondo della scienza e dell’astronomia con incontri, dibattiti e lezioni a cura di scienziati e professori, con un programma che prevede da simulazioni di perlustrazioni spaziali a talk sulle missioni storiche della NASA fino ad aggiornamenti sulle novità. Osservare, esplorare, sperimentare il motto della manifestazione. Alla line up di illuminati in ambito scientifico, per quanto riguarda la musica a nomi di richiamo (che c’entrano solo in parte con lo spazio) tra pop ed elettronica, si uniscono tanti guest – come da tradizione, quelli scritti nei caratteri più o meno piccoli – di sicuro interesse, e vicini a territori di indie, hip hop e world music. E quindi non solo il monumentale show in 3D dei Kraftwerk, New Order, Jon Hopkins, Jarvis Cocker, GoGo Penguin e Hot Chip, ma anche la poetessa rap Kate Tempest, i mitici 808 State, e poi Sons of Kemet, Anna Calvi, John Grant, Gruff Rhys, The Orielles, Kokoko! e Omar Souleyman, tanto per fare qualche nome. Un festival serissimo per gente serissima che la sera, però, si addormenta in un campeggio all’aperto osservando le stelle.
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KONFRONTATIONEN (NICKELSDORF/AUT, DAL 25 AL 28 LUGLIO)
Austria, un cuneo d’estremo oriente al confine con l’Ungheria e a due passi da Bratislava. Se il free jazz europeo ha un suo tempio si trova proprio qui, in un paesino sperduto in mezzo al nulla. Una strada fiancheggiata da basse abitazioni e qualche attrattiva naturalistica nelle vicinanze, niente più. Eppure, ormai da quarant’anni, a Nickelsdorf passano tutti, monumenti viventi che hanno scritto la storia dell’improvvisazione e giovani esploratori di nuove sonorità. Qui sono stati registrati dischi dal vivo di artisti del calibro di Peter Brötzmann, Sun Ra Arkestra, DKV Trio (leggi Drake, Kessler, Vandermark) e infiniti altri. E nonostante tutto ci troviamo di fronte al festival meno “istituzionale” e serioso che si possa immaginare. Sì, perché Konfrontationen è organizzato con lo spirito di una comune hippie e la Jazzgalerie, dove si svolge la maggior parte degli eventi, non è nulla più del cortile della pensione/birreria che ospita il festival, frequentato da fedelissimi appassionati che seduti sulle loro seggioline di legno aspettano che la magia abbia inizio. In linea con le aspettative, il programma di questa edizione vede il ritorno delle leggende punk olandesi The Ex, con alcuni membri presenti anche con altri progetti, il solo del vecchio leone Brötzmann, l’AB Sextet guidato dai libanesi Mazen Kerbaj e Sharif Sehnaoui. Troviamo poi batteristi ormai leggendari come Paul Lovens, Hamid Drake e Tony Buck, contrabbassisti non da meno come William Parker, John Edwards e Joëlle Léandre, pianiste come Myra Melford e Magda Mayas. Chiusura in grande stile con gli Anguish di Mats Gustafsson, che proprio a Nickelsdorf vive ormai da quasi dieci anni.
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NORBERGFESTIVAL (NORBERG/SE, DAL 25 AL 27 LUGLIO)
C’è forse qualcosa di meglio, per ripararsi dalla calura infernale di luglio, di un volo per Stoccolma? Ne dubitiamo. Se poi ci si aggiungono un paio di ore di macchina direzione nord-ovest, si raggiunge in maniera abbastanza agile Norberg, attraversando fiordi, valli e minuscoli laghetti in quantità industriale. Norberg è una cittadina da poco più di 4 mila persone, famosa essenzialmente per una cosa: ospitare da vent’anni il festival di elettronica sperimentale più importante della Svezia. Un edificio industriale, un tempo miniera tra le più grandi della regione, immerso nel cuore della foresta svedese, un festival che oltre a sfruttare acustica e riverberi naturali dei luoghi in cui si svolge, ha la peculiarità di mantenere da 20 edizioni uno stretto rapporto col territorio. Il Norbergfestival è quel tipo di esperienza che fa perdere i sensi e la cognizione spazio-temporale. La meta giusta se la vostra vacanza perfetta è in un vero paradiso naturale, ma lontano dall’afa del Mediterraneo. Contrariamente alla tradizione nazionale twee, in questa splendido anfratto ci si ritrova a fare i conti con suoni dal futuro. Si viaggia a vele spedite dalle parti dell’accelerazionismo fatto musica, della post-club e tutto quel bailame di ritmi storti. Tra Dis Fig e le bordate di Gian Swan, Tzusing e una nutrita schiera di devoti alla techno sui generis di casa Northern Electronics, passando per label come Posh Isolation, la mappa del 2019 che guarda all’elettronica del presente è tutta qui.
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A L’ARME (BERLINO/DE, DAL 31 LUGLIO AL 3 AGOSTO)
A volte basta il nome. A l’Arme! International festival of avant-garde jazz & vibrant experimental music: se non stai barando – e non è questo il caso – hai già detto tutto. Giunto ormai alla settima edizione, il festival curato da Louis Rastig, giovane rampollo della famiglia Bauer – nome che a Berlino è sinonimo di improvvisazione e notevole pianista egli stesso -, continua a emanare la stessa freschezza del primo anno. Felicemente accantonata la scelta delle ultime edizioni di aprire con una serata inaugurale al Berghain, tempio della techno dalle rigorose regole (no foto, no video, no tutto, sì agli strafattoni barcollanti) e dagli sgradevoli buttafuori, che finiva per essere boicottato dai frequentatori del festival, la maggior parte dei concerti si svolge nei suggestivi spazi del Radialsystem, vecchio edificio industriale affacciato sul fiume Sprea, oggi completamente ristrutturato e trasformato in un polo culturale dai mille eventi. Tre le sale utilizzate dal festival, dalla grande Halle con i suoi gradoni che scendono verso il palco fino al piccolo Studio, struttura dalle pareti in vetro sulla sommità della costruzione, per suggestivi concerti al calare del sole. Dopo le scorse edizioni che hanno visto Laurie Anderson accompagnarsi con Bill Laswell, i Fire! con Oren Ambarchi, Neneh Cherry con The Thing, e poi Anthony Braxton, Thurston Moore, Peter Brötzmann, Keiji Haino, uno dei rari concerti dei Fovea Hex e il debutto dal vivo di Laniakea, progetto di Daniel O’Sullivan e Massimo Pupillo, qui quasi sempre presente nei vari anni, anche per il 2019 i presupposti sono dei migliori. Si inizia con Anguish – supergruppo composto da membri di Dälek, Faust e Fire!, ancora fresco della prima apparizione live al festival di Moers – per arrivare al gran finale con gli Ex Eye di Colin Stetson, Greg Fox e Shahzad Ismaily. Nel mezzo un po’ di tutto, con sempre meno jazz e ampio spazio alla sperimentazione. Dai Talibam! (i punti esclamativi all’A l’Arme! non mancano…) agli Irreversible Entanglements di Camae Ayewa, meglio conosciuta come Moor Mother, dal solo per sax di Matana Roberts alla magica tromba di Nils Petter Molvær, qui ospite del Freedom Nation di Natalie Sandtorv, fino all’elettronica di Giovanni Lami e al teatro dada dell’ensemble Hopscotch guidato da Tristan Honsinger che mescolerà, ci auguriamo abilmente, free jazz, cucina in tempo reale e danza butoh.
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DEKMANTEL (AMSTERDAM/NL, DAL 31 LUGLIO AL 4 AGOSTO)
Dekmantel: estate, una line up immensa (Andrew Weatherall, Arpanet, Cybotron, Demdike Stare, Dj Fett Burger, John Talabot, Kamaal Williams, Mala, Motor City Drum Ensemble, Mulatu Astatke, Nietzer Ebb, Peaking Lights, Pharoah Sanders, Ramzi, Sarah Davachi, Róisín Murphy, Sun O))), Suzanne Ciani, The Comet Is Coming, Terekke, Stellar Om Source, Yussef Dayes, Ramzi, Sadar Bahar, Danny Krivit tra gli altri; nonché una nutrita schiera di italiani: Adiel, Elena Colombi, Dozzy, Nu Guinea, Caterina Barbieri, Alexander Robotnick, Alessandro Adriani in combinata con The Hacker, Freddy K, Lucy), sette location (club, parchi, il Museo del film) nella città europea con la maggior concentrazione di indica e sativa di tutta l’Europa, Amsterdam. La location principe è l’Amsterdamse Bos, un parco grande tre volte Central Park, poi di notte tutti allo Shelter – uno club tra i meno noti di Amsterdam, realizzato alla base della A’DAM Tower. – e al temporary space Temp. Settima edizione di un festival che è l’espressione dell’attività curiosa e indefessa di una realtà musicale (etichetta discografica e agenzia di eventi), dedita all’elettronica e alla ricerca, pressoché unica in Europa. Gran parte dei biglietti sono ormai andati: al massimo, potete sempre andare al museo di Van Gogh (come direte a vostra madre).
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HANNO COLLABORATO AI TESTI: ALBERTO ASQUINI, CARLO CIMMINO, NICOLA GERUNDINO, RAFFAELE PARIA