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I 15 film da non perdere alla Festa del Cinema di Roma

Abbiamo spulciato per voi il programma della tredicesima edizione della Festa del Cinema che prenderà il via il 26 ottobre all'Auditorium. Ecco le 15 proiezioni da segnare in agenda.

Geschrieben von Flavia Ferrucci il 11 Oktober 2018
Aggiornato il 15 Oktober 2018

Non ci saranno più i red carpet de ’na volta, né le anteprime interplanetarie. I budget si assottigliano e dopo dodici edizioni il friccicore dei primi anni è calato. Tutto vero, però la Festa del Cinema di Roma è ancora in piedi e per dieci giorni di cose interessanti ne propone parecchie, anche grazie a un rinnovato fiuto e alla capacità di monitorare e carpire il meglio da festival e rassegne estere – chiedere a Barry Jenkins, presente anche quest’anno, che prima di arrivare all’Oscar è passato dalle parti dell’Auditorium Parco della Musica. Qui trovate 15 titoli scelti e consigliati da ZERO per l’edizione 2018 della Festa. Fatene buon uso al botteghino a partire dal prossimo 18 ottobre!

Selezione delle pellicole e testi a cura di Flavia Ferrucci.

BAD TIMES AT THE EL ROYALE
di Drew Goddard, Stati Uniti, 2018, 141’

Con „Cabin in The Woods“ Drew Goddard riuscì in un miracolo: rimaneggiare con ironia tanti cliché del genere horror senza mai scadere nella farsa. Incredibile! Dopo qualche anno – e dopo aver firmato sceneggiature di film come „The Martian“ e „Cloverfield“ – ci riprova, abbandonando l’horror e guardando al noir più pulp. Siamo negli anni 70 e sette sconosciuti in cerca di redenzione si ritrovano in un hotel, ignari di quello che li aspetta. Il film è totalmente folle ed è meglio guardarlo senza sapere nulla. Vi basti il cast: da Padre Jeff Bridges a Thor nei panni di un leader di un culto, fino a Jon Hamm venditore di aspirapolveri, passando per una misteriosa apparizione di Xavier Dolan…

IF BEALE STREET COULD TALK
di Barry Jenkins, Stati Uniti, 2018, 119’

Nel 2016 un piccolo film di un regista sconosciuto aprì la Festa del Cinema di Roma. Quel film era Moonlight e finì con il vincere molti Oscar. Due anni dopo Berry Jenkins torna a Roma con un nuovo capolavoro, tratto dal romanzo omonimo di James Baldwin, una delle vere esclusive di questa edizione. Siamo ad Harlem, negli anni 70. Una storia d’amore, di donne resilienti, di ingiustizie sociali tanto tangibili nel 74, anno di uscita del libro, quanto oggi, girata con lo sguardo e la mano intima e delicata, ma sempre pungente, di Jenkins. Già solo il trailer toglie il fiato: imperdibile.

THREE IDENTICAL STRANGERS
di Tim Wardle, Stati Uniti, 2018, 96’

Uno dei documentari più discussi degli ultimi mesi arriva in esclusiva a Roma. New York, 1980. Tre perfetti sconosciuti scoprono di essere gemelli, ed è subito caso mediatico: interviste ovunque, vita mondana, addirittura Madonna s’interessa a loro e li fa partecipare a „Cercasi Susan disperatamente“. Questo apparente happy ending, però, innesca una serie d’inquietanti scoperte al limite della fantascienza. Vedere per credere.

KURSK
di Thomas Vinterberg, Belgio, Lussemburgo, 2018, 117’

Abbandonato da tempo il „Dogma“, Vinterberg oramai spazia tra i generi con una certa libertà. Non deve sorprendere più di tanto, quindi, che dopo il meraviglioso e intimo “La Comune” abbia deciso di affrontare una storia vera e tragica, ma che, allo stesso tempo, richiede una produzione imponente. Con un cast internazionale notevole, che include Max von Sydow (sì, proprio lui), Colin Firth e l’imponente presenza di Matthias Schoenaerts, Thomas ci racconta l’angosciante sorte del sottomarino russo K-141 Kursk e del suo equipaggio. Per gli amanti del cinema claustrofobico, certo, ma impossibile negare la curiosità di vedere come un autore abituato a ben altri contesti abbia approcciato questa storia.

DA XIANG XI DI ER ZUO | AN ELEPHANT SITTING STILL
di Hu Bo, Cina, 2018, 234’

Si dice che in Manciuria ci sia un elefante che siede tutto il giorno, indifferente al mondo. Questo mitico animale diventa un’ossessione per una serie di personaggi le cui vite s’intrecciano e che seguiamo per una giornata, dal tramonto all’alba. Opera prima e tragicamente ultima del giovane regista Hu Bo (che si è suicidato dopo aver terminato il film), è considerata uno dei migliori film dell’anno, epico e intimo allo stesso tempo. Con 3 ore e 50 minuti di durata è forse un film per cinefili convinti, ma chiunque l’abbia visto ne parla come di un vero capolavoro, di quelli che si vedono di rado.

SKATE KITCHEN
di Crystal Moselle, 2018, USA

Dopo lo straordinario documentario „The Wolfpack“, Crystal Moselle approda al cinema narrativo, ma rivolge nuovamente il suo sguardo a un gruppo di giovani outsider newyorchesi: stavolta sono tutte ragazze, sono skater e hanno una crew: la Skate Kitchen, appunto. Moselle ha scoperto questo gruppo di adolescenti su Instagram e ha deciso di realizzare un film tra la realtà e la fantasia, con le ragazze che interpretano loro stesse. Una brillante storia di formazione tra skateboard e femminismo.

THE OLD MAN & THE GUN
di David Lowery, Stati Uniti, 2018, 93’

David Lowery è uno dei giovani registi americani più amati dalla critica. Il suo cinema non è certo per tutti, ma vale la pena di tentare. Qualche motivo: innanzitutto questo è l’ultimo film di Robert Redford prima di ritirarsi dalle scene. In caso non bastasse, è la storia al limite dell’incredibile – ma vera – di un uomo che ha trascorso la vita tra rapine in banca ed evasioni dal carcere, fino alla fine. Il film ha ricevuto critiche stellari e segna un interessante cambio di tono per un regista che ci ha abituato a film intimi, delicati e riflessivi.

THE LITTLE DRUMMER GIRL
di Park Chan-wook, Regno Unito, 120’ (episodi 1-2)

Park Chan-Wook. John Le Carrè. Michael Shannon. TV. Sembra incredibile, ma è tutto vero: uno dei più grandi registi viventi approda al piccolo schermo e lo fa adattando un romanzo di spionaggio inglese, portando con sé una delle più incredibili figure del cinema Usa. In super anteprima arrivano i primi due episodi, per scoprire finalmente in che maniera il padre di „Old Boy“ e „Lady Vendetta“ approccerà gli inglesissimi intrighi di Le Carrè.

AS TIME GOES BY – L’UOMO CHE DISEGNAVA SOGNI
di Simone Aleandri, Italia, 2018, 75’

Forse il nome Silvano Campeggi vi suonerà nuovo, ma questo artista fiorentino è stato una figura importante della storia del cinema. Col nome d’arte Nano ha creato cartelloni cinematografici per classici come “Via col vento”, “Casablanca”, “Cantando sotto la pioggia”, “West Side Story”, “Colazione da Tiffany” e molti altri. Questo documentario è un’occasione per scoprire un grande artista che ha contribuito a formare l’immaginario collettivo del Novecento.

THE MISEDUCATION OF CAMERON POST
di Desiree Akhavan, Stati Uniti, 2018, 91’

Secondo lungometraggio di Desiree Akhavan, che continua ad affrontare tematiche queer dopo quel piccolo gioiellino di „Appropriate Behavior“. Siamo negli anni 90, nella provincia americana più conservatrice, dove è difficile affermare la propria identità e le terapie di “conversione” sono una realtà (d’altronde, lo sono ancora oggi). Vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance 2018.

BAYONETA
di Kyzza Terrazas, Messico, Finlandia, 2018, 95’

Miguel “Bayoneta” Galíndez è un ex pugile messicano che per ragioni misteriose si ritrova a vivere in un minuscolo appartamento a Turku, in Finlandia. Un film messicano-finlandese su un boxer dal passato oscuro? Anche solo per l’incontro di sensibilità così diverse la curiosità è alle stelle.

AMERICAN ANIMALS
di Bart Layton, Stati Uniti, Regno Unito, 2018, 116’

Il documentarista inglese Bart Layton approda al cinema di finzione per raccontare una rapina avvenuta nel 2004 in un’università del Kentucky, intrecciando interviste con i protagonisti dei fatti e fiction. Il film ha conquistato sia il pubblico del Sundance che i critici internazionali, ed è forte di un cast ricco di “facce incredibili”: accanto a due caratteristi indimenticabili come Udo Kier e Ann Dowd, c’è il giovane Barry Keoghan, che ci ha regalato incubi infiniti in „The Killing of a Sacred Deer“ ed è uno degli attori più interessanti in circolazione.

IN A LONELY PLACE
di Nicholas Ray,Stati Uniti, 1950, 94’

Jean-Luc Godard una volta ha detto che Nicholas Ray è il Cinema. Impossibile farsi sfuggire l’occasione più unica che rara di vedere questo classico del cinema, che è anche, come tutte le retrospettive del Festival, una proiezione gratuita! Humphrey Bogart in una delle sue interpretazioni migliori, un’ambientazione meta-filmica, Gloria Grahame neuroticissima, un misterioso omicidio e una fotografia mozzafiato: che volete di più dal cinema?

GREEN BOOK
di Peter Farrelly, Stati Uniti, 2018, 130’

Questo film ha: due grandi attori come Viggo Mortensen e Mahershala Ali, gli anni 60, un viaggio on the road, il razzismo del profondo sud degli Usa, tanto jazz. Gli ingredienti devono funzionare perfettamente perché Green Book ha vinto l’ambito premio del pubblico del Toronto Film Festival, che non ne sbaglia mai una.

THEY SHALL NOT GROW OLD
di Peter Jackson, Regno Unito, Nuova Zelanda, 2018, 100’

Peter Jackson ha finalmente abbandonato elfi e maghi e ha deciso di fare un documentario sulla Prima Guerra Mondiale, e già questo stuzzica la curiosità. Se poi aggiungiamo che il film è stato realizzato utilizzando materiale d’archivio digitalizzato, colorizzato e convertito in 3D con tecniche mai sperimentate prima, Jackson ha tutta la nostra attenzione.

Infine: Martin Scorsese, oltre a incontrare il pubblico, presenta anche dei film restaurati dalla sua fondazione: impossibile perdere il super-cult „Detour“ di Edgar G. Ulmer e l’horror sperimentale 70s „Ganja & Hess“. Per gli amanti dell’horror, invece, oltre all’anteprima del nuovo „Halloween“ (che segna il ritorno di Jamie Lee Curtis e con John Carpenter alla colonna sonora), Alice nella Città presenta una serie di proiezioni di horror di ogni epoca, dal primo „Halloween“ a „Raw“ fino all’horror d’animazione „La Collina dei Conigli“. Verrà inoltre Michael Moore a presentare il suo nuovo documentario „11/9“, il regista polacco Krzysztof Zanussi presenta ilsuo nuovo thriller psicologico con protagonista un medico pazzo all’inizio del Ventesimo Secolo. Infine, Eli Roth torna a Roma con un… film per ragazzi.