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Il Festival della Peste, dove risiede la rinascita

Dall’affascinante storia de Il Lazzaretto a uno dei festival più ibridi e generativi di Milano

Geschrieben von La Redazione il 16 Oktober 2025
Aggiornato il 22 Oktober 2025

Agnese Galiotto_Migratori

Nel cuore di Milano, nascosto tra strade e cortili del quartiere omonimo, sorge un luogo dalla storia affascinante, che porta con sé il contagio e la cura. Il Lazzaretto, istituzione non profit dal 2014, ha trasformato questo spazio – una volta destinato alla segregazione dei malati – in un laboratorio pulsante di creatività, dialogo e sperimentazione culturale. È qui che ogni anno prende vita il Festival della Peste, una manifestazione che torna anche quest’anno dal 5 al 9 novembre 2025, pronta a scuotere la città con il suo formato originale e dinamico.

La Fondazione Il Lazzaretto si muove da sempre sull’orlo di confini e categorie, fondendo arti visive, performance, pratiche psico-fisiche, letteratura, fotografia e editoria in un unico flusso di contaminazioni. Un metodo che definiscono “Ibridazione Generativa”, capace di mettere in dialogo mondi e saperi diversi per generare nuove visioni e pratiche condivise e che a noi piace tanto come suona. Infatti nel tempo, Il Lazzaretto è diventato un crocevia di energie, uno spazio dove si possono giocare dubbi e certezze, provocare domande e disegnare nuovi significati.

Il Festival della Peste rappresenta il culmine di questo lavoro collettivo: cinque giorni di eventi che da anni aprono al pubblico la sede della Fondazione per trasformarla in una fucina di esperienze. Performance, mostre, conversazioni, laboratori e pratiche di ascolto corporeo si diffondono nel quartiere, contagiando Milano con una riflessione vivace e partecipata. Quest’anno il tema scelto dal Club dei Pestiferi, gruppo di persone multidisciplinari e appassionate che accompagnano il festival con il loro lavoro durante tutto l’anno, è il binomio Potere/Piacere.

Dopo aver esplorato negli anni precedenti concetti come Mostruoso/Ordinario, Ragione/Sentimento e Ordine/Disordine, questa ottava edizione si concentra su come il potere e il piacere si intrecciano, si amplificano o si scontrano. Il potere inteso non solo come dominio, ma come capacità di trasformare e orientare le relazioni e i paradigmi sociali ed emozionali; il piacere come pratica di resistenza e ridefinizione di sé e della collettività. Perché nel Festival della Peste risiedono prima di tutto i bisogni collettivi e quel sentire sussurrato e potente che accomuna tutte e ha bisogno di ascolto. E le arti sanno sempre come rispondere.

Attraverso le installazioni sonore di Abe Pazos Solatie, le vibrazioni curative di Francesca Proia, la declamazione poetica di Gaia de Megni, e la parola di Maura Gancitano, si aprono spazi inediti di ascolto e percezione. I corpi diventano strumenti di piacere e forza, in un gesto politico che rompe con i dispositivi di controllo tradizionali. Laboratori di autodifesa, performance di gruppo, installazioni dedicate agli animali e al paesaggio, riflessioni sui privilegi e sulle paure: tutto si intreccia per disegnare un paesaggio in cui il potere non è imposizione, ma risonanza, e il piacere diventa motore di trasformazione sociale.

Con un cast che include artisti come Andrea Q, Camilla Barbarito, Nicoletta Cinotti, Michelangelo Frammartino, e molti altri, il Festival della Peste 2025 si conferma come un appuntamento unico, un’esperienza che invita a superare limiti e confini attraverso il gioco, l’ironia, il coraggio creativo e la partecipazione.

Il Lazzaretto, luogo simbolo di quarantene e malattie, si ribalta così in un epicentro di incontro, cura e rigenerazione. Il potere si fa cura, il piacere diventa gesto politico, e la città si lascia contaminare da un modo nuovo di pensare e vivere l’arte e la comunità.