Una novità per Eataly, ma neanche tanto a pensarci bene. È vero, questa sarà la prima edizione della Festa dell’Orgoglio Locale, ma il rapporto che qui si intrattiene con il territorio e l’enogastronomia locale è quotidiano e costante: non c’è prodotto, servito o in vendita, che non abbia una sua storia fatta di persone, tradizioni e luoghi. Quando si parla di cibo la dimensione „micro“ è sempre quella da privilegiare perché è sinonimo di cura, naturalità e maturazione del prodotto nei giusti tempi.
Anteprima di questa lunga kermesse il Mercato dell’Orgoglio (12 e 13 febbraio), con protagonisti alcuni piccoli produttori del Lazio e le loro primizie, dalla susianella del viterbese alla lenticchia di Rascino, dal caciofiore della campagna romana alla marzolina della Ciociaria. Il 18 febbraio la festa entra nel vivo con il primo dei due festival che la attraverseranno, quello dedicato allo Street Food, dove per tre giorni si potranno assaggiare tantissime leccornie dalle strade di tutta Italia, dal Nord al Sud, dalle piadine a pane e panelle. Domenica 20 febbraio, ultimo giorno del Festival dello Street Food, ci sarà anche il primo appuntamento con il Giro d’Italia in 8 Pizze un tour peninsulare fatto di otto assaggi (€ 25 incluse due birre artigianali), che verrà replicato domenica 27 in versione „padellino“, con le pizze Torino e Pinerolo (rossa con polpa di pomodoro Antonella, peperoni di Carmagnola arrostiti, acciughe e bagna càuda), Milano ( bianca con fiordilatte, taleggio Carena, crema di zucca mantovana allo zafferano e luganega), Trieste (bianca con fiordilatte, Montasio DOP Ca.Form, crudo di San Daniele 18 mesi, cipolla di Cavasso Borgo delle Mele Presidio Slow Food e cren grattugiato), Roma (ossa con polpa di pomodoro Antonella, datterino Così com’è, guanciale croccante, scaglie di pecorino romano Cibaria e pepe), Firenze (bianca con fiordilatte, patate, lardo di colonnata Guadagni Fausto, pecorino al tartufo Il Fiorino), Piacenza (bianca con fiordilatte, coppa Giordano, crescenza Carena, carciofi freschi spadellati), Bologna (focaccia con mortadella Bologna IGP, squacquerane Mambelli e pistacchi tostati), Genova (bianca con crescenza, patate, cavolo nero, e pesto di Prà).
Il terzo evento della Festa è forse il più particolare, perché se chef e pizzaioli sono ormai protagonisti di ogni genere di rassegna, i cuochi e le cuoche che armeggiano negli agriturismi, presidio per antonomasia di territorialità, raramente sono sotto i riflettori. A loro il 23 febbraio sarà dedicata La Grande Cena con gli Agrichef Cia (€ 48 incluse bevande, vino e pane) di ben otto portate e che vedrà in rassegna l‘Agriturismo La Brocca (pizza e fojie con pallotta di cacio e ova), la Locanda Palazzone (baccalà all’orvietana), il Podere Belvedere (risotto toscano con caprino affumicato, ribes e foglie di cipresso), l’Agricola Bittarelli Agriturismo (zuppa di fagiolina del Trasimeno), Villa Caprareccia (peposo di manzo), l‘Agriturismo Capodacqua (spezzatino d’agnello alla teramana, l’Agriturismo Collina di Roseto (pastiera con farina di farro) e l’Agriturismo Vazianello (semifreddo al croccante di nocciole viterbesi).
Tenetevi un po‘ di posto nello stomaco per la chiusura della kermesse, dal 25 al 27 febbraio, che sarà affidata a una delle feste ormai „classiche“ della sede romana di Eataly: quella dedicata al Maritozzo, che sarà farcito con decine di ripieni diversi, sia dolci che salati. Quando il palato chiama, Eataly risponde: sempre!