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La guida di ZERO agli eventi del Milano Pride 2025

Un'agenda per chi vuole stare nel Pride, non solo passarci in mezzo.

Geschrieben von Ario Mezzolani il 16 Juni 2025

Pride 2025

Fino a ieri il 1° giugno era la sagra del rainbow washing. Alle 00:01 spaccate partiva la muta dei brand: loghi colorati, comunicati inclusivi e stories con cuori multicolor da parte di brand e multinazionali, tutti impegnatissimi a dimostrare che sì, sono dalla parte giusta della storia. Tutti pride-friendly, purché non si parli davvero di potere, di corpi, di terzi/quarti/quinti sessi, di migrazioni, di trans-femminismo.

Quest’anno? Un silenzio che puzza di conservatori. Cultura woke e dissidenza non fanno più salire il pallottoliere delle multinazionali e la politica si inabissa portandosi dietro libertà e consapevolezza: è il momento della dearcobalenizzazione di massa. E il capitalismo, che da sempre ama travestirsi da attivismo a seconda del trend, si ritira dalle piazze quando l’algoritmo non premia più.

Un invito a tornare all’origine del Pride e del suo significato più profondo: politico, educativo, scomodo. Incompatibile con il decoro e inutile al profitto.

Ma a noi le sfumature di grigio non donano e quindi continuiamo a cavalcare spumeggianti arcobaleni: ecco per voi una selezione di eventi veri, seriamente divertenti e pensati per il confronto vis-à-vis. Pochi ma buoni con un velato invito a tornare all’origine del Pride e del suo significato più profondo: politico, educativo, scomodo. Incompatibile con il decoro e inutile al profitto. Perché il Pride è una festa a colori che esplode di memoria e lotta. Noi quest’anno ci stiamo dentro così: niente carrellate di eventi per supporter di passaggio. Solo cinque appuntamenti in compagnia di chi l’attivismo lo fa tutto l’anno.

 

Non è una mostra. È una memoria che brucia. Poster storici, volantini, manifesti: la storia del movimento LGBTQIA+ raccontata attraverso le sue immagini più crude, più vere, più politiche. Non c’è spazio per il decoro. Solo per la lotta, la resistenza, la bellezza di chi ha detto „noi ci siamo“ quando nessuno li voleva vedere. Il Centro di Documentazione “Omologie” del CIG Arcigay Milano rispolvera i poster più eloquenti della lotta di ieri.

Moda, attivismo e cultura non sono mondi separati: qui si intrecciano in un gesto collettivo che non chiede permesso. LAUD END PRAUD torna in una nuova veste, più necessaria che mai. Un evento ideato da VANADIO23 che trasforma lo spazio in un rifugio queer, fluido, accogliente e senza filtri. A una settimana dal Pride e nel cuore della Fashion Week, questo è il momento in cui il glamour incontra la militanza. E fa rumore.

Anche i cuccioli delle Famiglie Arcobaleno hanno diritto al loro Pride. Nel Giardino Segreto Laura Peroni, tra libri, colori e dinosauri, va in scena una lettura animata del libro “Arcobalenosauro” (Lo Stampatello), con la voce di Francesca Pardi. A seguire: laboratorio creativo per bimbə e una merenda condivisa. Un pomeriggio tenero, rumoroso e senza norme di genere.

Altro che “lo sport unisce”: qui lo sport si sporca le mani. Tornei, crew, sudore, inclusione vera e corpi che reclamano spazio: sabato e domenica all’Arco della Pace si corre, si salta, si balla. Ma soprattutto si spacca l’immaginario dello sport figlio della performance tossica e del gender binario. Ci saranno palloni e ci saranno glitter, schiacciate e playlist tamarre, voglia di esserci e di scardinare ogni norma. Bring your queer A-game!

Nel verde protetto del Giardino Segreto Laura Peroni, prende voce la scrittura transfemminista e non binaria. Poesie, racconti, illustrazioni: tutto nato da corpi dissidenti e mani complici. Frutto del cerchio di scrittura condotto da Penelope Agata Zumbo con il Gruppo Non Binary del CIG Arcigay Milano, T* Scrive è un momento di condivisione radicale e dolce. Letture inedite, autoproduzioni, cura collettiva. È un invito a stare, ascoltare, attraversare.

Un live podcast show con Anna Momigliano e Jonathan Bazzi, che apre una finestra queer su uno dei nodi più controversi del dibattito internazionale: Israele può davvero dirsi un’oasi per i diritti LGBTQIA+? O stiamo solo guardando l’ennesimo caso di pinkwashing che copre una realtà coloniale? Tra geopolitica e corpi, tra propaganda e verità scomode, si scava nelle sabbie mobili di uno Stato che si racconta libero, ma costruisce muri.

Non c’è liberazione sessuale senza accesso alla salute. Qui si testano le infezioni, ma si smontano anche i tabù. Sessualità libere, informate, non normate. Se il potere ci vuole puri, noi ci vogliamo vivi — e sierocoinvolti, non sierovergognati. Milano Checkpoint sarà in Largo Bellintani il 26 e 27 giugno (dalle 18 alle 23) per offrire test HIV e sifilide gratuiti, anonimi e rapidi. Nessuna prenotazione, nessuna morale, nessuna paura.

Non chiamatela sfilata. Il 28 giugno si marcia, si grida, si esiste. Si occupa la città con musica, corpi e cartelli, ma anche con tutto ciò che il Pride è stato prima di diventare un evento da calendario brand. È il momento più visibile dell’invisibile, il punto di arrivo di un anno intero di attivismo, e anche l’inizio di quello dopo. Ci si vede in strada, ma non per passarci in mezzo. Per starci dentro.