Possiamo dire che Milano basa l’interezza del suo sguardo sull’arte contemporanea su istituzioni private. Le realtà principali che accolgono nella loro programmazione, senza lesinare, le forme del linguaggio espressivo e le visioni artistiche del nostro presente (e del futuro), sono diramazioni di grandi aziende che hanno scelto di investire su questa città e sulle persone anche sul versante culturale. Una in particolare, da vent’anni esatti, ha scelto di impreziosire un’ala di Milano spoglia, “lontana”, e di erigere un’istituzione che è essa stessa un monumento. Stiamo parlando di Pirelli HangarBicocca che, come dice il nome, è legata all’azienda Pirelli e si trova nel quartiere Bicocca. E poi Hangar, perché è quello che era l’architettura che la accoglie, con le sue dimensioni colossali, che nel tempo hanno accolto artisti colossali, installazioni vertiginose e mostre immense. Ma quello affrontato da Pirelli HangarBicocca è stato un percorso, una storia fatta di gradini e gradienti, che ha imparato a rendere riconoscibile, scegliendo i suoi valori e rendendoli tangibili. Come l’accoglienza gratuita e la tipologia di offerta, sia da un punto di vista artistico che stilistico. La sua storia ve l’abbiamo raccontata poco tempo fa in questo articolo, attraverso alcune delle mostre più preziose che ne hanno solcato gli spazi, cambiandoli fino a renderli unici di volta in volta. Tutto questo solo per arrivare qui, alle porte di questo 2024, in cui si apprestano a festeggiare un ventennio di attività (nel 2004 fu „posata la prima pietra“ dei Palazzi Celesti di Kiefer) e per farlo ci svelano una programmazione di due anni bella corposa, che si muove tra gli spazi interni, lo Shed e le Navate, con un appuntamento anche sulle pareti esterne del cubo con l’artista eL Seed. Oltre che, ovviamente, la rosa di appuntamenti del public program a cui ci hanno da sempre abituati e che ampliano ogni mostra.
Ad aprire le danze un’artista italiana molto amata e seguita: Chiara Camoni (Shed, 15 febbraio – 21 luglio 2024) con la sua capacità di dialogale con le forme e la materia ancestrale, portandola qui a noi, attraverso materiali provenienti dalla natura, ma con media differenti. Spiriti affini guidano i lavori di Nari Ward (Navate, 28 marzo – 28 luglio 2024), che prendono forma in una mostra che esplora a fondo la pratica trentennale dell’artista, presentando sia opere storiche e seminali sia nuove produzioni. Con l’autunno arriva Saodat Ismailova (Shed, 12 settembre 2024 – 12 gennaio 2025) con uno dei media che risaltano particolarmente tra le pareti dell’hangar: il video. L’artista uzbeka infatti è una filmmaker che esplora memorie collettive, pratiche spirituali, rituali e conoscenze ancestrali della sua regione d’origine, per affrontare temi come l’eredità culturale. E in questo scivolare tra un anno e l’altro, si prende lo spazio delle Navate niente meno che Jean Tinguely (Navate, 10 ottobre 2024 – 2 febbraio 2025), con le sue sculture performanti, i suoi pezzi di scarto che tornano in vita e ci trascinano dentro una visione.
E siamo già nel 2025, anche se oggi può sembrarci lontano ci aspetta qualcosa di estremamente succoso: il lavoro di Tarek Atoui (Shed, 6 febbraio – 20 luglio 2025), che affonda le sue forme di sperimentazione nel medium sonoro, e il modo in cui esso dà forma alle percezioni, attraverso installazioni dinamiche, ambienti acustici sperimentali e performance collaborative. Ma questo compleanno non è ancora finito, con un grande sprint approderà al Pirelli HangarBicocca, direttamente dal Giappone, il grande, come le sue installazioni, Yukinori Yanagi (Navate, 27 marzo – 27 luglio 2025). Le sue provocatorie opere multimediali, che sbloccano la stasi dei segni simbolici dissolvendoli in forme organiche, svelano modelli preconcetti di oppressione politica e nazionale.
Un’altra artista giapponese arriverà nell’autunno del ’25, ma l’abbiamo già incontrata al PAC e impareremo a conoscerla ancora meglio il prossimo anno perché rappresenterà il Giappone alla Biennale del 2024. Stiamo parlando di Yuko Mohri (Shed, 11 settembre 2025 – gennaio 2026), riconosciuta per le sue grandi installazioni site-specific che ibridano suono e movimento. Le sue composizioni umoristiche alludono alle complessità latenti delle strutture del mondo e svelano la costante variazione di energia che ci circonda. Giungiamo al finire di questo grande compleanno con la ciliegina: una mostra dell’unica e ruvidamente sincera Nan Goldin (Navate, 9 ottobre 2025 – 15 febbraio 2026). Ad aspettarci ci sarà un panorama fatto di diapositive, come quelle che usava nei club negli anni ’80, carrelli che sfogliano i dolci affetti e la dura vita, come solo lei ha sempre saputo fare. Fino alle lacrime, le nostre.