Qualche giorno fa stavo passeggiando per uno dei quartieri universitari di Roma. Una domenica sera pigra e dall’aria narcolettica come sono le domeniche romane, impastata di un rumore bianco costante ad accentuarne il senso di sospensione temporale. Voci e musiche gracchianti che uscivano da vari negozi e bar ancora aperti, da speaker maltrattati dal tempo e dall’utilizzo smodato. All’improvviso, su un muro alla mia destra, la scritta: “God is in the radio”. Il titolo di una canzone dei Queens of The Stone Age del 2002, da quella pietra miliare dei primi anni Duemila che è stato l’album “Songs For The Deaf”.
“I know that God is in the radio Ch-chuh-ch-checkin‘ the station […] But God is leakin‘ through the stereo Between the station to station.”
Solo qualche ora prima leggevo un libro di Ayana Contreras, conduttrice radiofonica, dj e collezionista americana. A un certo punto l’autrice parafrasa una citazione di Guglielmo Marconi: «Credeva che le onde radio non decadessero, ma che continuassero a viaggiare nello spazio e nel tempo per sempre, e che se fosse possibile costruire un ricevitore abbastanza potente, saremmo in grado di captare ogni singola onda radio mai emessa».
La radio è un mezzo che permea tutto, fisicamente e intellettualmente. Vive dentro e fuori di noi. Siamo continuamente immersi in onde che si incrociano e quando decidiamo di aprire i padiglioni e farle entrare allora quel rumore bianco si trasforma in informazioni precise. Informazioni dalle quali impariamo sempre e comunque qualcosa, che sia per apprezzamento, rigetto o indecisione. Ma ovviamente non viviamo più ai tempi di Marconi: oggi le radio in FM hanno perso la centralità e l’importanza avuta durante il secolo scorso, quando un passaggio radiofonico poteva fare o disfare l’intera carriera di un’artista, diffondere messaggi rivoluzionari a centinaia di chilometri di distanza. Dalla fine degli anni Novanta, a portare alta quella torcia d’innovazione e approfondimento, ci pensano le web radio.
La nascita e diffusione delle radio online negli ultimi decenni ha accentuato una componente per lo più inedita: quella della comunità, del concetto di “local”. L’originario mezzo radio era fatto apposta per diffondersi il più lontano possibile, superare confini geografici una volta realmente invalicabili o quasi. Oggi le necessità sono diverse: nella scomposizione digitale in cui viviamo sembra non esistano più confini. Viviamo un mondo aperto (almeno sul web) incredibilmente caotico, nel quale è facile perdersi se non si hanno le coordinate giuste. In questo senso le web radio sono diventate bussole culturali, isole felici in cui ritrovarsi, scoprire, ascoltare, fare rete. Se il principale movimento delle onde radio originali era quello di “moto a luogo”, le web radio aggiungono quello di “moto per e moto da luogo”. Una tridimensionalità reale, che esplora in entrata e uscita la musica, aggiungendo anche tutto il contesto culturale nella quale viene prodotta. Tracciando insomma dei confini assolutamente permeabili, approfondendo, contestualizzando e indicando strade. Un modo per continuare a tendere ponti, attraverso onde che (seppur non più fisicamente radio) grazie alla capacità di archivio digitale e online possono veramente rimanere a disposizione per tempi lunghissimi, essere riascoltate, catalogate e riscoperte.
Non può essere un caso insomma che negli ultimi anni le definizioni “web radio” e “community radio” abbiano iniziato a sovrapporsi sempre di più. Una web radio è già di per sé una comunità e allo stesso tempo ne rappresenta diverse, ne ospita altre e fa interagire tutto al suo interno. Questo è quello che scrivevamo presentando la seconda edizione di HYPERLOCAL FESTIVAL: «tutto è legato all’impressione che la scala con cui si legge, vive e immagina l’urbanità stia cambiando, che non sia più né globale né locale ma iperlocale – per capirci: che ogni città fosse una specie di sistema di città, di luoghi, che non considerasse la geografia “ufficiale”, e che si potesse stare per esempio a Lima frequentando Milano. […] È un’idea che ha come presupposto la scommessa di una moltitudine brulicante all’opera (le città le fanno le persone), e allora gruppi e collettivi di maghi e precognitori capaci di costruire ponti con altri luoghi e giustapporli tra loro, sfornando e inventando in continuazione immagini chimeriche che portavano nomi, connotati e atmosfere di più città, più generi e più stili assieme».
Questo tipo di movimento da macro a micro e viceversa, questo caos umano e creativo è esattamente quello rappresentato, descritto e fomentato dalle web radio. Proprio per questo durante la due giorni del nostro festival siamo felicissimi di ospitarne ben sei: NTS, Rhizome Radio, LYL Radio, Plug Radio, Radio 80000 e Radio Raheem. Abbiamo pensato di dedicargli un palco posizionato in modo strategico: all’entrata, perché ogni radio in rappresentanza di una città potesse introdurvi con le sue sonorità alla scomposizione unitaria che vi aspetta seguendo il festival.
Iniziamo da sabato, dove ad aprire le danze alle 18:00 ci pensa una novità assoluta: da Roma infatti arriva le neonata Rhizome Radio, rappresentata dai fondatori Aruam e Boring Tables. Aspettarsi sventagliate prevalentemente elettroniche, per una radio eclettica che a oggi ha ospitato dj e selector dal gusto estremamente vario. A seguire l’immancabile presenza della web radio più importante d’Italia, Radio Raheem, che con sé porta il veterano Goedi. In chiusura dello stage poi spazio a una delle web radio internazionali più apprezzate degli ultimi anni: Lyl Radio. Nata a Lione ma ora stabile anche a Marsiglia, con i suoi studi basati proprio nel cuore di Cours Julien – il quartiere della città francese che vi presentiamo anche più tardi all’after dello stesso giorno. La radio francese presenta Myria Idha, selector e dj indonesiana resident con il suo programma “Warung”, con il quale esplora le sonorità del paese asiatico.
Neanche il tempo di riprenderci che Domenica ricominciamo la maratona: sempre dalle 18:00 in alternanza ci saranno dapprima Plug Radio straight from Bologna con Etta Simone, resident delle serate Maple Death Records. A seguire da Monaco nord arriva la community radio Radio 80000 con il b2b a tinte electro tra Dj Geld e rosi96. In chiusura la ciliegina sulla torta – la web radio più influente, ascoltata e imitata del mondo: NTS. La potenza londinese ha ormai conquistato il globo, ospitando show da ogni angolo possibile e di qualunque genere musicale possiate immaginare, anche e soprattutto quelli che dovete ancora scoprire. Per noi arriva Philip FM, parte integrante della famiglia NTS non solo come resident ma anche come collaboratore su eventi e partership. Con lui porterà un carico di weirdness musicale che spazia dall’elettronica allo shoegaze fino al pop più strambo che possiate immaginare.
Insomma sabato e domenica non servirà sintonizzarsi su frequenze FM e neppure usare telefono o pc per cercare la vostra radio di fiducia. Basterà arrivare in Via Sile 8 per godersi le selezioni di sei delle più importanti e fresche web radio nazionali e internazionali. Ci ricorderemo una volta di più quanto sia bello essere coccolati da selezioni accurate fatte da persone che vivono per questo, prima di gettarci alla scoperta delle città e dei quartieri che ci aspettano all’interno.