Ci sono novità per l‘ex Ospedale dei Bastardini di via d’Azeglio. Parliamo di quel complesso storico di circa 13.000 mq di proprietà pubblica, in disuso dagli anni 90, e utilizzato fino a qualche anno fa per ospitare alcuni eventi culturali, come la Biennale Foto/Industria, Live Arts Week o ROBOT Festival. La Città Metropolitana, durante il mandato del sindaco Virginio Merola, era riuscita a venderlo nel 2018 a Invimit Sgr spa, società del Ministero dell’Economia e delle Finanze nata per mettere a valore il patrimonio pubblico in dismissione, per una cifra di 10,4 milioni di euro che il Comune aveva utilizzato per alcune manutenzioni straordinarie.
Ora Invimit e il Comune hanno fatto sapere che sarà presto resa nota una proposta progettuale per lo spazio da parte di due non meglio specificate „realtà attive a livello nazionale nella rigenerazione urbana“ che – se entro 30 giorni non si farà avanti nessun altro – lo prenderanno in affitto e che, afferma il Sindaco Matteo Lepore, ne faranno „un nuovo polo culturale e artistico multifunzione“. „Restituire spazi ai cittadini e creare opportunità di incontro e condivisione – ha aggiunto il Sindaco – è una delle missioni principali del nostro mandato.“
Tra circa un mese, annunciano, ci sarà una conferenza stampa alla presenza di tutti i soggetti coinvolti per chiarire meglio cosa si intende.
Se il comunicato stampa congiunto racconta però molto poco, alcuni ulteriori elementi ci permettono di azzardare qualche ipotesi, a partire dalla dichiarazione di Stefano Scalera, Amministratore Delegato di Invimit SGR: “Siamo soddisfatti – dice – di poter dar seguito alla missione che ci era stata affidata di restituire alla città un complesso dall’alto valore simbolico e concreto come l’ex Ospedale dei Bastardini. Proprio in virtù di questo valore, prenderemo in considerazione soltanto progetti con caratteristiche da noi giudicate valide per lo sviluppo dell’asset, in stretto rapporto con l’Amministrazione di Bologna, e che pertanto non abbiano intenti meramente speculativi. L’ipotesi progettuale deve consistere in una riattivazione dell’immobile in grado di generare valore culturale, sociale e immobiliare, in linea con gli obiettivi del Piano Strategico di Invimit SGR”.
Considerando il triennio 2023-2025, gli obiettivi del Piano Strategico di Invimit, che nasce per operare nel mercato finanziario e generare utili, riguardano il „superamento dei 3 miliardi di masse in gestione, attraverso investimenti immobiliari, interventi di valorizzazione sul patrimonio e vendite, così da ulteriormente incrementare i circa 400 milioni ad oggi distribuiti a favore dei partecipanti pubblici.“
E per raggiungere questi obiettivi, nel caso dell’Ospedale dei Bastardini, Invimit ha stabilito che i lavori di ristrutturazione saranno a carico di chi lo prenderà in affitto e che il contratto di 4+4 anni prevede un canone gratuito per i primi 3 anni (per compensare le spese di ristrutturazione), e dal quarto anno un canone scalettato così:
– quarto anno: fisso 100.000 €/anno + variabile 1-3% su fatturato lordo;
– quinto anno: fisso 200.000 €/anno + variabile 1-3% su fatturato lordo;
– sesto anno: fisso 250.000 €/anno + variabile 1-3% su fatturato lordo;
– settimo anno: fisso 300.000 €/anno + variabile 1-3% su fatturato lordo;
– ottavo anno: fisso 600.000 €/anno + variabile 1-3% su fatturato lordo.
Ora: di spazi culturali con canoni da 600mila euro in Italia non ne conosciamo nessuno, ma dipende cosa si intende per spazio culturale. Soprattutto dipende da cosa significa „multifunzione“. Perché per rientrare da investimenti del genere, c’è bisogno di un’attività remunerativa e, considerata anche la posizione, viene facile immaginare quali possano essere le ulteriori funzioni, oltre a quella culturale, che assicurano un rendimento in questo momento a Bologna. D’altra parte Scalera ha parlato abbastanza chiaro: la riattivazione deve generare anche valore immobiliare. E se per il momento si escludono gli „intenti meramente speculativi“, rimane ferma la natura di Invimit: aumentare il valore dell’immobile il più possibile per massimizzare la rendita. Vale per i Bastardini, così come per le caserme, le aree militari e tutto il patrimonio di cui le città si stanno privando.
Affermare che lo spazio „sarà restituito ai bolognesi“ è quantomeno discutibile, sia perché lo spazio rimane di Invimit, sia perché alla scadenza del contratto Invimit potrebbe anche decidere di richiuderlo o, se conviene, venderlo.